La Nuova Sardegna

Oristano

Tribunale

Nuovi guai giudiziari per la finta maga di Oristano e per il figlio

di Enrico Carta

	Il materiale, amuleti e tarocchi, sequestrati dalla squadra mobile della polizia di Stato alla Maga e al figlio
Il materiale, amuleti e tarocchi, sequestrati dalla squadra mobile della polizia di Stato alla Maga e al figlio

Divieto di avvicinamento alla vittima: è la misura interdittiva imposta dal tribunale, che ha sequestrato loro anche i conti bancari

28 febbraio 2024
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Oristano C’è un proverbio che sintetizza bene quanto accaduto: «Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino». È successo che, il giorno dopo la denuncia per truffa aggravata e la perquisizione nella loro casa, la sedicente maga e il figlio, suo aiutante in questa storia di raggiri, si siano presentati all’appuntamento con la signora finita nel vortice delle loro macchinazioni per riscuotere la quota mensile.

Come se non gli interessasse di avere gli occhi della polizia puntati addosso e di essere già finiti nei guai, il figlio si è fatto vivo all’orario e nel luogo prestabiliti per incassare altri 2.500 euro, soldi che sarebbero dovuti servire per scacciare il malocchio e i sortilegi che la donna era convinta di aver subito. Per aver reiterato il reato che gli viene contestato, la finta maga e il figlio sono stati raggiunti da una misura cautelare che in precedenza non era scattata nonostante i tantissimi elementi che la Squadra mobile, coordinata dal dirigente Samuele Cabizzosu, aveva messo assieme dopo giorni e giorni di pedinamenti.

Il giudice per le indagini preliminari stavolta ha stabilito che dovranno rispettare il divieto di avvicinamento alla vittima, con le prescrizioni di mantenere una distanza di almeno 500 metri dal domicilio della persona offesa, ovunque ella si trovi, e di non comunicare direttamente con la signora, tramite telefono, con altri mezzi di comunicazione o per interposta persona. La violazione di queste prescrizioni potrebbe costare caro perché rischierebbero una misura più pesante come la custodia cautelare in carcere. In più, su disposizione della procura, la polizia ha proceduto al sequestro preventivo dei conti correnti attivi intestati ai due truffatori, congelando le somme di denaro in essi contenute e recuperando dunque una parte del denaro illecitamente avuto alla donna. A proposito di conti, la cifra che inizialmente sembrava essere di circa 40mila euro è stata rivista al rialzo: la signora, convinta dai due di avere su di sé un maleficio che le avrebbe fatto perdere tutti i suoi cari, ha pagato circa 68mila euro.

È stato possibile ricostruire tutti i versamenti e gli scambi di denaro grazie ai documenti con cui costantemente appuntavano i pagamenti. Madre e figlio, originari del Lazio e residenti a Oristano da tantissimo tempo, avevano fatto credere di essere in contatto con un santone di rango, tale Padre Casimiro, che però non si palesava mai e comunicava con la donna truffata solo per mail, su caselle di posta elettronica create appositamente dai due denunciati, o per interposta persona sempre tramite la coppia.

Quello era stato l’ultimo passo, il vertice di un lavoro che era iniziato con delle mezze frasi e poi era continuato con la lettura delle carte o dei tarocchi che, stando a quanto la finta maga riferiva alla vittima, predicevano un futuro pieno di sciagure. È stata un’opera costante di convincimento, durata fino a che alcuni parenti della signora raggirata si sono accorti degli ammanchi di denaro che si facevano sempre più evidenti. Nel frattempo madre e figlio, che sono stati già sottoposti all’interrogatorio, hanno continuato a negare ogni addebito nonostante gli indizi si facciano sempre maggiori e nonostante il provvedimento ulteriore arrivato nei loro confronti.

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