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Il ritorno in Regione di Antonio Solinas: «Cinque priorità per rilanciare il territorio»

di Enrico Carta

	Il consigliere regionale Antonio Solinas
Il consigliere regionale Antonio Solinas

Le interviste ai consiglieri regionali eletti in provincia di Oristano. Eletto nel Pd affronta i temi cruciali per la legislatura che si sta aprendo

20 aprile 2024
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Oristano Dopo cinque anni è tornato in aula dall’ingresso principale. L’assenza per un’intera legislatura dal consiglio regionale ha scalfito in misura non significativa il suo pacchetto di consenso e così Antonio Solinas, il più votato del Partito Democratico e dell’intero Campo largo, torna nell’assemblea di via Roma a Cagliari. Lo fa in maggioranza, ma senza un ruolo di assessore. Finito nell’elenco dei papabili, non è poi stato chiamato a far parte della giunta Todde, che è priva di esponenti dell’Oristanese. In tanti hanno gridato allo scandalo, altri hanno fatto spallucce. Antonio Solinas non sembra però preoccuparsi più di tanto per questo aspetto: «Nelle precedenti esperienze ho avuto modo di lavorare con e senza assessori della nostra provincia. Certamente la giunta è l’organo in cui si prendono le decisioni e in cui si ha peso politico maggiore, ma il lavoro del consigliere comunque è fondamentale. È separato da quello dell’esecutivo, ma ciascun consigliere in aula e soprattutto nelle commissioni ha la possibilità di incidere molto sulle scelte e sulla programmazione. Il Partito Democratico è ben rappresentato in giunta e ci sarà un collaborazione proficua dentro il Pd e dentro la maggioranza affinché la giunta porti a casa risultati evidenti. Per quanto mi riguarda presterò attenzione massima per il nostro territorio».

SANITÀ Gli argomenti certo non mancano perché l’Oristanese è un’area in difficoltà sotto tanti punti di vista, partendo dalla madre di tutti i problemi: la sanità. «Abbiamo detto in campagna elettorale, a cominciare dalla presidente Todde, che non andremo a fare riforme pesanti, soprattutto nel primo periodo perché bisogna subito tentare di risolvere le emergenze – spiega Antonio Solinas –. Fare riforme di peso significa correre il rischio di bloccare la macchina che è in seria difficoltà dopo i cinque anni di governo Solinas. Capacità ed esperienza dovranno essere i requisiti di chi andrà a guidare i vari comparti. Una cosa che si deve fare subito è il commissariamento di tutte le Asl per dare un’accelerata. Non potremo fare miracoli e lo andiamo ripetendo da mesi, sarà un lavoro a lungo termine, ma sicuramente si può provare a intervenire sulla questione della carenza dei medici affrontando il problema della dislocazione del personale: ci sono territori dove i medici sono in esubero e aree come la nostra dove la carenza è evidente. La riorganizzazione comporterà magari un aumento di spesa, ma è indispensabile incentivare i medici ad andare nelle sedi periferiche, altrimenti è ovvio che tutti rimarranno a Cagliari o a Sassari. E poi bisogna che i medici facciano i medici e si occupino del loro specifico ambito, mentre il personale amministrativo deve essere impegnato nella gestione».

AGRICOLTURA Per giorni Antonio Solinas è stato indicato come uno dei nomi a cui affidare l’assessorato all’Agricoltura e più di un pensierino l’aveva fatto anche lui. Non è andata in porto, ma il settore che comprende anche la pesca rimane in cima all’elenco delle priorità: «È un comparto trainante e, per quanto riguarda gli stagni, va prima di tutto preservato dal punto di vista ambientale. Poi bisogna forse pensare a nuove forme di gestione che garantiscano un miglioramento economico. Per l’agricoltura sono convinto che è finito il periodo delle tre agenzie. È stata un’ottima scelta passare da ventisette enti alle sole Laore, Argea e Agris, ma ora bisogna accorpare anche queste. Il motivo è che sono mancati completamente la guida e l’indirizzo politico da parte dell’assessore. Ognuna camminava per conto proprio, non dialogava con l’assessore e non dialogavano tra di loro. Serve quindi un’unica direzione con più servizi».

SPOPOLAMENTO E TRASPORTI INTERNI Il capitolo agricoltura si lega imprescindibilmente al problema dello spopolamento. «Le aziende agricole sono l’avanguardia dei nostri territori e il deterrente contro lo spopolamento – prosegue Antonio Solinas –. Bisogna trovare il modo per incentivarle e renderle competitive per vendere i propri prodotti. Il costo per portare fuori dalla Sardegna i prodotti non può essere solo a carico loro. Non sbloccherà del tutto la fuga dalle zone interne, ma dobbiamo intervenire. Non si può pensare che sia sufficiente un contributo di seicento euro per un nuovo nato, servono altri tipi di politiche». Prime fra tutte l’avvicinamento dei territori dell’interno alle zone più popolose. Tradotto: «Serve un miglioramento netto dei collegamenti interni, serve il doppio binario ferroviario da Cagliari almeno sino a Bauladu, visto che il territorio è sin lì pianeggiante. È su queste cose che ci giochiamo la legislatura».

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