La Nuova Sardegna

Oristano

Il processo

Abusi in discoteca a Roma su una campionessa olimpica, condannati due ragazzi di Arborea e uno di Terralba

di Enrico Carta

	Una piazza nel quartiere di Trastevere a Roma
Una piazza nel quartiere di Trastevere a Roma

Quattro anni e mezzo per i tre giovani ritenuti responsabili di averla palpeggiata nei bagni di un locale a Trastevere il 6 febbraio 2022. Prima della sentenza, c’è stata la testimonianza della vittima che ha confermato le accuse, mentre i tre amici le hanno negate

28 maggio 2024
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Roma Per ora vince l’accusa. In primo grado è condanna per i tre giovani dell’Oristanese finiti a processo a Roma perché accusati di aver commesso violenza sessuale di gruppo ai danni di un’atleta olimpionica Azzurra (non indichiamo il nome per tutelare la vittima, ndr). La pena decisa dal giudice per le udienze preliminari del tribunale capitolino, Livio Sabatini, al termine del rito abbreviato è di quattro anni e mezzo per Erminio Coni, 38 anni di Terralba, e per Alessio Costella e Andrea Finotto, 36 e 38 anni entrambi di Arborea. Il pubblico ministero aveva chiesto sei anni, trovando il sostegno dell’avvocata di parte civile Grazia Volo, mentre la difesa affidata agli avvocati Ezio Ullasci, Valerio Martis e Giulia Masi aveva sollecitato l’assoluzione per tutti e tre gli imputati.

La storia è vecchia di oltre due anni e molto contrastata con versioni opposte date dalle parti. Bisogna tornare indietro al 6 febbraio 2022, quando sia i ragazzi che l’atleta Azzurra sono all’interno del Pimm’s Good nel quartiere di Trastevere. Secondo la ricostruzione, tutto comincia con un selfie ricordo, quindi nei bagni del locale accade qualcosa di strano. I ragazzi, che erano in compagnia di alcune ragazze, e l’atleta, che a sua volta era con un gruppo di amici, si sarebbero ritrovati lì nello stesso momento e sarebbe stato allora che l’avrebbero quasi accerchiata arrivando a palpeggiarla. Una volta fuori dal bagno l’atleta avrebbe raccontato tutto ai suoi amici con i quali sarebbe scoppiata una zuffa che si concluse con l’arrivo dei carabinieri, il cui intervento era stato richiesto dai gestori del locale. Tutto sembra però finire in quel momento, visto che, quando i carabinieri vanno via nessuno decide di sporgere denuncia. I tre amici sardi intanto si allontanano da lì e solo alcuni settimane più tardi scoprono di essere stati denunciati: il reato contestato è quello di violenza sessuale di gruppo.

Inizia in quel momento una lunga battaglia giudiziaria che si è conclusa stamattina, martedì 28 ottobre, con la sentenza di condanna che è arrivata al termine di un’udienza quanto mai carica di tensione. A essere interrogata è stata la vittima degli abusi che in aula ha confermato di averli subiti, ma che, secondo la difesa, avrebbe dato una versione diversa sui concitati momenti vissuti all’interno del locale di Trastevere modificando alcuni particolari. La sua audizione è stato l’ultimo atto prima della sentenza, arrivata dopo una camera di consiglio durata oltre due ore. Nell’udienza precedente avevano invece deposto i tre ragazzi, due sottoponendosi a interrogatorio e uno rilasciando dichiarazioni spontanee. Avevano negato ogni addebito, fornendo una versione dell’accaduto totalmente diversa e ritenendo che la vicenda fosse stata un gigantesco fraintendimento.

Il giudice ha ritenuto invece più che credibile quanto ricostruito dalla parte offesa e condannato i tre, fatto che apre le porte all’appello. La storia giudiziaria dunque non finisce qui, sicuramente si andrà in secondo grado, anche se per prendere una decisione bisognerà attendere le motivazioni della sentenza.

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