Mostra negata a chi è in carrozzina, la testimonianza di Francesca Arcadu
Impossibile accedere ai locali del Foro Boario per via dei gradini davanti agli ingressi e per la mancanza di una passerella: «Non è ammissibile nel 2024 che una struttura pubblica non sia accessibile»
Oristano Ha viaggiato in auto da Sassari a Oristano per vedere e scrivere della mostra d’arte contemporanea F**king Change, proposta all’interno del Festival Dromos e allestita dal Comune nei locali del Foro Boario, ma, a causa delle barriere architettoniche, con sua grande delusione, non ha potuto accedere all’interno della struttura e ha dovuto rinunciare alla visita. La disavventura è capitata ieri alla giornalista sassarese di Nemesismagazine.it Francesca Arcadu che, per via della sua disabilità, si muove con l’ausilio di una carrozzina elettrica. «Ci sono rimasta veramente male – sottolinea –. Mi ero informata sulla mostra e mi sembrava molto interessante, così ho deciso di scriverne per lavoro. Ho preso quindi le informazioni tramite Google e il sito del Comune di Oristano e mi davano il segno dell’accessibilità, anche se su Internet non ho trovato molte foto del Foro Boario, ho deciso di fidarmi e di venire a vedere la mostra».
Purtroppo però la situazione è apparsa subito problematica. «La sensazione è stata da subito quella di trovarci in una sorta di cantiere – afferma Francesca Arcadu –. Dopo aver parcheggiato, con chi mi accompagnava ho dovuto fare un po’ di acrobazie sui marciapiedi quasi impraticabili. Fatto sta che arrivati al Foro boario ci troviamo davanti ad una scalinata senza scivoli». A quel punto ha chiesto informazioni al custode e le è stato detto di accedere dal retro del locale, ma le sorprese negative non sono finite: «Facciamo il giro per accedere dal retro, ma quando il custode apre la porta con grande stupore ho notato da subito la presenza di un gradino abbastanza alto, senza una rampa di accesso per i disabili. Come gliel’ho indicata ha controllato un’altra porta, ma anche quella aveva un gradino per accedere. Alla fine non ha potuto fare altro che allargare le braccia, constatare l’assenza di accessibilità per i disabili e dirci che gli dispiaceva».
Per Francesca Arcadu tanta delusione e incredulità: «È ovvio che con una carrozzina elettrica che pesa 170 chili non puoi farti sollevare di peso. Non è rimasto altro da fare che andare via senza poter visitare la mostra. Il Comune avrebbe dovuto mettere una linguetta di alluminio per permettere l’ingresso anche a chi si muove in carrozzina. Non è ammissibile nel 2024 che una struttura pubblica che ospita una mostra non sia accessibile ai disabili. Sarebbe opportuno che l’ente facesse una ricognizione seria sull’accessibilità dei luoghi di cultura e arte, che deve essere effettiva. È stata una grande delusione». Giocando sul titolo della mostra, la giornalista ha concluso: «F**king Change è un titolo che suona come un invito a riflettere sullo stato attuale del mondo e sull’urgenza di un cambiamento profondo e necessario, cui ognuno può contribuire per una rivoluzione virtuosa e consapevole della società e del singolo. Così giusto, così sbagliato».