La Nuova Sardegna

Oristano

L’intervista

Violenza di genere e stalking, il questore Aldo Fusco: «Ma ora le donne denunciano»

di Ilenia Mura
Violenza di genere e stalking, il questore Aldo Fusco: «Ma ora le donne denunciano»

Oristano, il bilancio della sua attività a un mese esatto dal suo insediamento

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Oristano «Le donne, vittime di violenza, stalking, stanno denunciando ed è un fatto incoraggiante perché dimostra una mutata sensibilità e una importante apertura di credito nei confronti dello Stato che ci responsabilizza ancora di più. Per quanto riguarda i delitti concernenti le sostanze stupefacenti, inutile negarlo, c’è una particolare attenzione da parte dell’autorità giudiziaria, in quanto questa zona è territorio di piantagioni».

Il questore numero 22 della provincia, Aldo Fusco, a un mese esatto dal suo insediamento, traccia il primo bilancio di un’attività che ha tutta l’intenzione di portare avanti nel nome, soprattutto, spiega, della prevenzione: «Da tutelare ci sono gli anziani, le donne, ma anche i minori spesso coinvolti nel mondo della droga, ma anche vittime di pericoli che corrono sui social». Originario di Messina, 59 anni, padre di due figli: dalle esperienze dell’antimafia alla questura di Bari, dove ha ricoperto il ruolo di vicario del questore. Nella sua carriera è stato impegnato in prima linea nella lotta alla criminalità di stampo mafioso, coordinando importanti operazioni di polizia. Promosso primo dirigente nel 2014, ha diretto la divisione anticrimine della questura di Enna sino al 2017, quando è stato assegnato alla questura di Reggio Calabria dove ha ricoperto l’incarico di capo di gabinetto e dirigente della divisione anticrimine. Poi il passaggio a Bari. Ora, per lui, si apre il capitolo sardo.

«Sono arrivato a Oristano esattamente un mese fa, per quanto mi riguarda si tratta di una sfida, perché io ho scelto questa città e la Sardegna, una terra in cui i reati prevalenti sono certamente diversi da quelli delle altre regioni dove ho lavorato, ma comunque importanti e da non sottovalutare».

Ventiquattro le misure di prevenzione adottate da Fusco dall’inizio del suo mandato a oggi. La Divisione Polizia Anticrimine della Questura ha emesso 5 ammonimenti per atti di violenza domestica, 4 ammonimenti per atti persecutori, 10 fogli di via obbligatori, 5 avvisi orali. Sono 3 le archiviazioni del procedimento di ammonimento per atti di violenza domestica e atti persecutori. «Si tratta di misure di prevenzione personali di esclusiva competenza del Questore che hanno lo scopo le prime due, di garantire alla vittima di atti di violenza domestica o di atti persecutori una tutela anticipata e rapida attraverso un avvertimento rivolto dal Questore all’autore di violenza di astenersi dal commettere atti simili», spiega Fusco. Reati spesso difficili da individuare perché molti avvengono dentro le mura domestiche e spesso, afferma il questore, «quei comportamenti sono scambiati dalle vittime come forme di amore anziché quali forme di violenza psicologica, fisica o anche economica».

Una recente indagine, ancora in corso, riguarda due donne: madre e figlia. «C’è stato un caso in cui l’autore delle violenze era una madre, la vittima era la figlia da poco divenuta maggiorenne. La donna aveva sottoposto la ragazza a un regime di vita doloroso, con una continua privazione della propria libertà di scelta, costellata di ricatti psicologici e umiliazioni, fino a quando la giovane ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine, sottraendosi così a uno stile di vita penoso e difficile». La vittima può rivolgersi a qualsiasi ufficio di polizia e richiedere l’ammonimento nei confronti dell’autore delle condotte persecutorie. Il Questore adotterà il provvedimento amministrativo dell’ammonimento nei confronti dell’autore della violenza diffidandolo a continuare, al termine dell’istruttoria curata dalla Divisione Polizia Anticrimine, volta a verificare la sussistenza dei fatti segnalati. «Il legislatore, con la legge numero 168 dello scorso 24 novembre, è intervenuto incisivamente a tutela delle vittime di atti di violenza domestica, ampliando il novero dei reati presupposto a ulteriori condotte sintomatiche di situazioni di pericolo per l’integrità psico-fisica delle persone, nell’ambito delle relazioni familiari e affettive». Il Questore in questi casi può procedere d’ufficio quando sia segnalato alle forze dell’ordine, in forma non anonima, un fatto che sia riconducibile ai reati di percosse, lesioni personali, violenza privata, minaccia grave o aggravata, atti persecutori, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, violazione di domicilio, danneggiamento consumati o tentati nell’ambito della violenza domestica.

«Uno strumento che consente, garantendo l’anonimato di chi fa la segnalazione, di aiutare le vittime di violenza domestica che non hanno la forza o il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine». Violenze generalmente compiute da uomini verso donne nell’ambito di una relazione sentimentale, ma non sempre è così. Il foglio di via e l’avviso orale fanno parte delle misure di prevenzione personali “tipiche” perché disciplinate dal codice delle leggi antimafia, che il Questore adotta nei confronti delle persone socialmente pericolose individuate dall’articolo 1 e 4 bis del decreto legislativo 159/2011 che hanno lo scopo di allontanarle dal Comune quando sono pericolose per la sicurezza pubblica. Si tratta di provvedimenti amministrativi che hanno inciso su vari aspetti della criminalità locale. Gli ultimi casi hanno coinvolto persone provenienti da altri territori che si muovevano nei comuni più isolati, con lo scopo truffare gli anziani. «Che in questa provincia – ricorda Fusco – sono in aumento e per i quali c’è in atto una sinergia con le altre forze dell’ordine in materia di prevenzione e tutela».

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