La Nuova Sardegna

Oristano

Tribunale

Area comunale ripulita senza permesso, assolti dodici cittadini

di Enrico Carta
Area comunale ripulita senza permesso, assolti dodici cittadini

Cancellato il decreto penale che li aveva condannati a duemila euro. Tra loro c’era anche un ex sindaco

3 MINUTI DI LETTURA





Oristano Legittime le aiuole, legittima la pulizia, legittima anche la rete piazzata a mo’ di recinzione. Lo dice il tribunale e si arriva così all’assoluzione per tutti e dodici gli imputati. La condanna di duemila euro di multa arrivata qualche tempo fa tramite decreto penale è definitivamente cancellata dalla sentenza della giudice Serena Corrias che chiude il caso di via Verga, per il quale i cittadini erano finiti sotto accusa per occupazione abusiva di terreni pubblici. Erano i proprietari delle villette a schiera che si trovano al limitare tra la zona abitata e la campagna, a ridosso di un canale del Consorzio di bonifica che costeggia il quartiere di San Paolo. Qualche anno fa, dopo aver precedentemente preso contatti con il Comune e aver ottenuto il via libera verbale ad agire in attesa che il tutto venisse certificato da un permesso ufficiale, si erano presi cura degli spazi retrostanti le loro abitazioni.

L’azione era arrivata dopo anni e anni in cui, senza sosta, avevano visto i loro cortili trasformarsi in piccole discariche, in rifugio di animali randagi e in luoghi di passaggio per i ladri che di tanto in tanto andavano a fare visita alle case. L’esasperazione li aveva quindi portati in Comune ai tempi della giunta Tendas proprio per rappresentare questo problema e all’amministrazione avevano chiesto che venisse data loro la possibilità di occuparsi di quei terreni e di recintarli. Allora avevano ottenuto un sì verbale, ma col tempo che passava e le giunte che cambiavano, l’autorizzazione scritta non era mai arrivata. Stanchi di attendere si erano quindi messi all’opera da soli, solo che poco dopo erano finiti tutti al centro di un esposto. A presentarlo fu l’unico dei residenti che si era dissociato da quell’azione non autorizzata. In via Verga arrivarono quindi gli agenti della guardia forestale che fecero gli accertamenti e stabilirono che l’intervento e soprattutto l’aver delimitato l’area con una rete metallica non fossero azioni consentite, sebbene la recinzione fosse amovibile e chiunque potesse spostarla e accedere a quegli spazi. La procura ritenendo il fatto già provato andò avanti promuovendo i decreti penali di condanna, azione consentita per reati minori e qualora si ritenga che la responsabilità degli indagati sia palese e non ci sia bisogno di seguire le tortuose strade del procedimento penale. A chi riceve il decreto penale resta l’arma dell’opposizione e quindi di chiedere di essere giudicato con il processo ordinario.

Questo è accaduto e in aula l’esito è stato di segno totalmente opposto. A deporre, tra gli altri testimoni, era stata anche l’ex vicesindaca Giuseppina Uda che aveva riferito dell’incontro in Comune e del suggerimento dato allora ai proprietari delle villette di presentare agli uffici dell’amministrazione una richiesta scritta per ottenere l’autorizzazione di bonificare e poi di prendersi cura, a titolo gratuito, di quell’area piena di immondizie. Dopo anni, vedendo che la risposta non arrivava, i residenti avevano proceduto autonomamente, raccogliendo e portando via i rifiuti e quindi abbellendo con piante e fiori. Nel frattempo però era stato presentato l’esposto che aveva preceduto l’autorizzazione che l’amministrazione aveva dato solamente dopo sette anni di attesa. Gli avvocati Francesco Campanelli e Rosaria Manconi – il primo assisteva gli imputati Basilio Mura, Caterina Antonella Motzo, Salvatore Fadda, Angelo Cappellu, Maria Laura Porcu, l’ex sindaco Pietro Arca, qui ovviamente nella veste di privato cittadino, Maria Grazia Zoccheddu, Pietro Marongiu, Francesco Manai, Maria Paola Trudu, Susanna Maria Eleonora Usai, Angelo Fodde e Imbenia Curcu, la seconda assisteva Anna Paola Corda e Antonio Manca – avevano sostenuto che il consenso da parte del Comune era stato tacito e corroborato in seguito dall’autorizzazione ufficiale, motivo per cui gli imputati sarebbero dovuti essere assolti. Del resto, il primo a esprimersi in favore dell’assoluzione era stato il pubblico ministero Giuseppe Scarpa. Da ultima, secondo prassi, è arrivata la parola della giudice che chiude il caso e mette nel cassetto anche le accuse. Tutti assolti.

Primo piano
Trasporti

Nuove rotte per l’isola, l’assessore al Turismo: «Pronte tre compagnie aeree»

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative