La Nuova Sardegna

Oristano

Cultura

Licanìas arriva a giugno all’insegna della “libertà”

di Maria Antonietta Cossu
Licanìas arriva a giugno all’insegna della “libertà”

Appuntamento dal 19 al 22 giugno a Neoneli. Definito il tema che guiderà gli eventi del festival

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Neoneli Il concetto di libertà e le sue innumerevoli accezioni e declinazioni daranno la stura a una serie di dibattiti, confronti, riflessioni, eventi culturali e artistici che scandiranno le quattro giornate del Festival Licanìas 2025. La nona edizione della manifestazione ideata e organizzata dal Comune si svolgerà dal 19 al 22 giugno sulla falsariga delle precedenti esperienze. Il piccolo centro del Barigadu sarà ancora una volta proscenio di incontri letterari, convegni, spettacoli, concerti e attività ispirate alle tradizioni e alle radici culturali della comunità. Nella maggior parte dei casi gli argomenti proposti verteranno su uno o più aspetti del tema conduttore, come la facoltà di scegliere o di esprimersi, la capacità o la possibilità di agire, l’esercizio di un diritto, il fatto di avvertire un bisogno, di credere in un principio, di far valere in ogni momento e circostanza un caposaldo della democrazia.

Giuseppe Culicchia, alla sua terza esperienza nel ruolo di direttore artistico della manifestazione, spiega le mille contraddizioni in cui si muove anche la società moderna sulla questione della libertà: «Ci sono tanti modi di intendere la libertà: dalla fame, dal dolore, dal bisogno, dalla paura, ma la libertà di parola, di religione, di coscienza, di opinione, di azione, di voto, oppure sessuale. Una libertà che in Occidente è sinonimo di democrazia e che però nella culla della democrazia e della civiltà occidentale conviveva con la pratica della schiavitù, il suo esatto contrario. Anche oggi noi che viviamo nel cosiddetto mondo libero e che in linea di massima ci riteniamo liberi abbiamo sotto gli occhi non pochi esempi di schiavitù contemporanea, e non ci si riferisce soltanto a chi molto spesso raccoglie il cibo che finisce sulle nostre tavole o cuce gli abiti che indossiamo o assembla i componenti degli strumenti elettronici che usiamo. A nostra volta siamo schiavi delle nuove tecnologie, che se da un lato non vanno demonizzate – pensiamo ai progressi ottenuti dalla scienza, o alla facilità con cui possiamo accedere a biblioteche che stanno dall' altra parte del globo – dall’altro non sono certo scevre di aspetti negativi, a cominciare dall’impatto sulle nostre capacità mnemoniche, per tacere del fatto che ci consentono o ci spingono ad agire come consumatori 24 ore su 24. Ci siamo ritrovati schiavi di nuove forme di dipendenza, capaci di espandere a dismisura il concetto di tossicità e di coinvolgere anche i nostri figli fin dalla più tenera età. In vaste zone del pianeta, Italia compresa, c’è chi vive ostaggio delle mafie. Altrove c'è chi perde la libertà o la vita per il semplice fatto di non indossare un velo, o per le sue opinioni politiche». Lo scrittore mette l'accento anche su una nuova forma di oppressione della libertà di pensiero e di parola: «Si sta affermando con l’ideologia woke, che pretende di riscrivere o cancellare il passato quando questo non risulta conforme all’attuale spirito del tempo – afferma Culicchia –. Così facendo instilla il morbo dell’autocensura, replicando subdolamente i meccanismi raccontati da George Orwell in 1984».

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