Sa Carrela ‘e nanti è da record, sessanta cavalieri per il carnevale
Il sindaco Loi: «Quattro giorni di successo, siamo soddisfatti»
Inviato a Santu Lussurgiu Punghe e regolle, incita e trattieni. Niente di meglio del proverbio nostrano più utilizzato durante Sa Carrela ‘e nanti, descrive la vera essenza della giostra equestre di Santu Lussurgiu che altro non è che l’eccellenza del rapporto di simbiosi che si crea tra cavallo e cavaliere. L’emblema dell’eleganza di una corsa di coppia che si manifesta all’unisono. Punghe e regolle appunto, incita e trattieni. Sta tutta qui la maestria dei circa sessanta cavalieri iscritti a Sa Carrela targata 2025 che, percorrendo a tutta velocità la discesa di via Roma e i suoi 350 metri di tragitto di terra battuta, altro non fanno che dare una prova di abilità di sé stessi. Una prova che sfida anche il pericolo di correre in mezzo a una folla di centinaia di persone che incitano i fantini e festeggiano ai lati della strada stretta un carnevale identitario. Si, perché Sa Carrela ‘e nanti è il momento dell’anno in cui la comunità fa bella mostra di un pezzo della sua storia che si ripete ininterrottamente fin dal Medioevo coinvolgendo fantini appassionati di tutte le generazioni.
La festa del popolo Il paese è in festa, i vicoli di Santu Lussurgiu, infatti, per quattro giorni si trasformano in un tripudio di colori, di coriandoli e di bambini in maschera che giocano. Via Roma, diventa un salotto per tante famiglie e chi non scende per strada, soprattutto gli anziani, Sa Carrela la segue dal balcone. «Siamo veramente soddisfatti – sottolinea il sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi – per aver portato a compimento, anche quest’anno, il lavoro di una macchina organizzativa che si prepara a questo appuntamento per la maggior parte dell’anno. Gli ottimi risultati di questa quattro giorni equestre che si concluderà oggi 4 marzo 2025, sono dovuti alla grande complicità che c’è tra il Comune e l’associazione dei cavalieri de Sa Carrela ‘e nanti, un evento capace di portare in paese non solo ospiti che arrivano dal circondario, ma anche da tutta la Sardegna e da oltre mare. Siamo contenti – ribadisce – soprattutto perché si sta svolgendo tutto all’insegna della massima sicurezza. Un aspetto non da poco per una corsa pericolosa per natura ma che ha storicamente visto, in primis, l’assoluta presa di responsabilità da parte dei cavalieri».
Su lunis de sa pudda Non solo corse e pariglie. Sa Carrela ’e nanti ha anche il suo giorno di “svago”. È su lunis de sa pudda, ossia, il lunedì della gallina. Anche a Santu Lussurgiu, infatti, secondo l’antica tradizione delle giostre equestri europee, una giornata è dedicata all’abilità dei cavalieri che si cimentano a colpire in coppia, impugnando un bastone di olivastro, delle galline appese a mezza altezza lungo via Roma. Nessuna polemica, Santu Lussurgiu, già da diversi anni, nel pieno rispetto del mondo animale e delle nuove sensibilità, ha sostituito le galline vere con quelle di pezza, evitando, da un lato, un’inutile carneficina di pollame e, dall’altro, riuscendo a non dover rinunciare al divertimento dell’antica tradizione medievale.
I cavalieri Sono loro i veri protagonisti. I cavalieri che, con costumi antichi e moderni, mantengono viva la rassegna carnevalesca di Santu Lussurgiu. Grande merito lo ha l’associazione equestre de Sa Carrela. «È un successo – commenta Pier Antonio Manzella, presidente dell’associazione –. Sono giorni di vera festa per tutti noi che ci impegniamo per un anno intero a organizzare la festa del nostro paese e ad allenare i cavalli che possono correre Sa Carrela solo se in salute e veramente pronti per sfidare la velocità. Dietro c’è un grande lavoro, ma l’impegno paga sempre e gratifica».