La Nuova Sardegna

Oristano

Torregrande

Guerra degli ormeggi, le Marine Oristanesi battono i diportisti al Tar

di Enrico Carta
Guerra degli ormeggi, le Marine Oristanesi battono i diportisti al Tar

Il vero problema però rimane la mancata partenza dei lavori. A che punto è la situazione e cosa sta facendo il Comune

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Oristano In banchina e in acqua nulla si muove. Al Tar invece le Marine Oristanesi, assistite dagli avvocati Christian Stara e Massimo Lai, incassano una prima parziale vittoria giudiziaria – potrebbe anche essere quella decisiva se la controparte decidesse di non andare oltre – sui dieci diportisti con cui si era acceso diversi mesi fa lo scontro sulle tariffe per l’ormeggio delle barche nel porticciolo di Torregrande e per mantenere tale diritto anche per tutto l’anno in corso.

In tribunale I giudici hanno infatti respinto l’istanza di sospensiva con la quale i ricorrenti, assistiti dall’avvocato Carlo Cuccu, chiedevano di avere diritto di lasciare alla fonda le proprie imbarcazioni pur non essendo titolari di un contratto. Non ne avevano più stipulato uno perché ritenevano che le condizioni proposte dalla società che gestisce la struttura fossero illegittime perché la concessione di cui le Marine Oristanesi era viziata da irregolarità. Questo avrebbe inficiato la decisione unilaterale con cui erano state ritoccate verso l’alto le tariffe delle quali era stato poi preteso il pagamento. I diportisti, per contro, non avevano mai provveduto a firmare e su questo si era innestata la battaglia legale che aveva anche avuto una coda al tribunale civile di Oristano dopo che le Marine Oristanesi avevano deciso di togliere d’imperio una barca dall’acqua e di effettuare l’alaggio chiedendo anche il pagamento di questo intervento. Il giudice aveva dato ragione anche in questo caso alla società di gestione condannando per lite temeraria il proprietario della barca. La storia però non sembra essere finita qui perché c’è stato un ulteriore reclamo che deve ancora essere esaminato dal giudice. Tornando invece al Tar e al ricorso dei diportisti, bisogna ora capire se ci sarà, da parte dei “ribelli” la volontà di insistere per richiedere un posto barca, pur essendo stato chiarito già in questo primo pronunciamento che i dieci non avrebbero titolo contrattuale per richiedere un ormeggio.

Lavori al palo Le note dolenti per la società di gestione del porticciolo di Torregrande arrivano invece dal fronte dei lavori di riqualificazione della struttura. O meglio, dai lavori che ancora non iniziano. Come data di partenza era stato inizialmente indicato il 7 gennaio e infatti per quel giorno si provvide a sgomberare le banchine che per prime dovevano essere interessate dal cantiere. Via novanta posti barche per far posto a mezzi meccanici e operai per non intralciare l’intervento. Poi il Comune annunciò uno slittamento di un mese e il 7 gennaio diventò il 7 febbraio. Poi saltò fuori il fatto che la Regione avesse chiesto ulteriore documentazione e da febbraio si è arrivati a marzo e da marzo ancora più in là sino ad aprile, infine si è arrivati a maggio e nulla si è ancora mosso. A questo punto qualsiasi ipotesi precedente di cronoprogramma è chiaramente saltata e non ci sarà modo di recuperare il tempo perduto.

Le Marine Nel frattempo, a metà aprile, il presidente delle Marine Oristanesi, Gianni Salis, aveva anche chiesto un incontro al Comune sollecitando il coinvolgimento diretto del sindaco per capire tramite una risposta ufficiale quanto sarebbe durata l’attesa. Il sindaco però, impegnato evidentemente a risolvere la crisi politica arrivata al 50° giorno, sinora non ha risposto all’invito e l’incontro non c’è stato, tanto che il presidente Salis rimarca il fatto che «da quattro mesi non vengono utilizzate tre banchine per un totale di novanta posti barca, mentre la società continua a pagare la concessione, gli altri costi di gestione e ovviamente i dipendenti. Non arrivano segnali dal Comune da cui vorremmo un po’ di chiarezza per trovare eventuali soluzioni alternative temporanee. Se facciamo un conto al ribasso, sinora abbiamo perso tra i 120 e i 150mila euro per via degli ormeggi non assegnati».

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