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Il “no” e le divisioni in aula, è un altro giorno di crisi in maggioranza

di Enrico Carta

	Il sindaco Massimiliano Sanna con il presidente del consiglio comunale Beppi Puddu
Il sindaco Massimiliano Sanna con il presidente del consiglio comunale Beppi Puddu

Strappo su piazza Manno nel giorno del rifiuto di Luigi Mureddu

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Oristano Per qualche minuto è sembrata la chiave che potesse spalancare la porta alla soluzione della crisi. Man mano che il tempo scorreva la chiamata in giunta di Luigi Mureddu si è rivelata invece l’ennesimo capitolo di una saga che sta andando avanti da 77 giorni e che nell’ultimo episodio ha regalato un «no» detto nel momento precedente all’ingresso in chiesa per celebrare il nuovo matrimonio. L’ex consigliere di Forza Italia e assessore in pectore, che da figliol prodigo pareva poter fare rientro alla casa del padre, ha declinato l’invito, probabilmente individuando una trappola e comunque preferendo non rompere il patto coi quattro consiglieri dissidenti di Forza Italia che continuano a essere la spina nel fianco del primo cittadino.

Telenovela Con un po’ di fantasia, quanto sta accadendo in Comune, si potrebbe paragonare a qualcuna di quelle telenovelas la cui fine non arriva mai. Un altro giorno intanto è passato e la giunta comunale manca di un pezzo – l’assessore al Bilancio e alla Cultura Luca Faedda mai sostituito –, mentre la maggioranza di centro destra è sempre più sfilacciata tanto che al consiglio comunale di giovedì, nel momento in cui sono mancati due consiglieri del centro sinistra, c’è stato anche un tentativo di blitz da parte di Oristano al Centro che, su richiesta di Giuliano Uras, avrebbe voluto discutere la mozione sulla riapertura al traffico di piazza Manno e di rimando l’Udc suo alleato si è sfilato nella persona del consigliere Antonio Iatalese.

Piazza Manno La mozione aveva come primo firmatario Umberto Marcoli (Alternativa Sarda). Prassi vuole che argomenti simili vengano discussi e votati dopo l’illustrazione da parte di chi la mozione ha presentato e successivamente al dibattito che ne segue. In maggioranza però, ben sapendo che quel voto non è scontato perché il fronte tra i favorevoli e i contrari alla riapertura alle auto di piazza Manno è alquanto frammentato se non minoritario in città e anche in consiglio comunale, c’è stato chi ha fatto i conti e vi ha scorto la possibilità di andare alla conta evitando scivoloni e problemi all’assessore Ivano Cuccu. È stato a quel punto che il presidente del Consiglio, Peppi Puddu, ha quasi fermato i motori ricordando che sarebbe stato corretto esprimere la propria contrarietà al rinvio della discussione nel momento in cui il rinvio era stato richiesto da Umberto Marcoli, il quale aveva annunciato di dover lasciare la seduta per inderogabili impegni personali. A favore di microfono il presidente del Consiglio ha definito l’eventuale votazione come un atto «scorretto», tanto più che la mozione sarà discussa nella prosecuzione in programma martedì 3 giugno.

Divisi È stato a quel punto che il consigliere Antonio Iatalese (Udc) ha preso le distanze da quella mossa: «Mi dissocio, è un’azione scorretta per cui lascio l’aula». Nel frattempo, mentre i microfoni erano ancora accesi, si è sentito il presidente del consiglio che ha quasi richiamato il sindaco. Il video della seduta con tanto di audio è lì a testimoniarlo. Quasi da fratello maggiore Peppi Puddu ha detto al primo cittadino a cui evidentemente non sarebbe dispiaciuto andare al voto: «Massimiliano (Sanna, ndr), ma quando mai?!»

I retroscena È stato il sipario sull’ennesima giornata caldissima con voci che si rincorrevano e i retroscena del giorno dopo che non sono mancati. La proposta di far entrare in giunta Luigi Mureddu sarebbe maturata nella mattinata di venerdì, sebbene il frutto ancora acerbo fosse sull’albero già da qualche giorno. L’idea era di rompere il fronte dei quattro dissidenti, trascinando con Luigi Mureddu la consigliera Valeria Carta e lasciando soli Davide Tatti, Gianfranco Licheri e Paolo Angioi. Ai vertici non solo locali di Forza Italia quella mossa è sembrata poter essere quella giusta per prendere due piccioni con una fava. Spezzare il fronte dei dissidenti che sta creando molti problemi al partito azzurro, garantendosi così il rientro in giunta di un proprio esponente e allo stesso tempo ristabilendo una superiorità nei numeri alla coalizione che sostiene Massimiliano Sanna senza dover far ricorso costante al soccorso esterno del consigliere Sergio Locci. L’idea aveva trovato anche l’avallo da parte di Oristano al centro e del Psd’Az che da qualcuno degli alleati vengono addirittura indicati come suggeritori della mossa. Non ci sono in tal senso conferme ufficiali su questa versione, ma è quanto mai emblematica del clima da separati in casa che si respira tra le due anime della maggioranza. Alla fine il fumo grigio che usciva dal comignolo del conclave di palazzo Campus Colonna ha virato ben presto in nero. Il bianco è riservato a momenti migliori. Se arriveranno.

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