La Nuova Sardegna

Oristano
Il processo

Svuotò le casse di tre Comuni per investire in criptovalute, funzionario infedele condannato


	Claudio Zago durante il suo giuramento nel periodo in cui fu sindaco del Comune di Ardauli
Claudio Zago durante il suo giuramento nel periodo in cui fu sindaco del Comune di Ardauli

Sei anni per peculato: con uno stratagemma faceva transitare centinaia di migliaia di euro dalle casse delle amministrazioni al conto personale

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Nughedu Santa Vittoria Sei anni di condanna, interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e primo parziale risarcimento ai Comuni di Nughedu Santa Vittoria, Bidonì e Neoneli che, costituitisi parte civile attraverso gli avvocati Luca Casula per i primi due e Massimo Ledda per il terzo, per ora si vedono assegnati oltre 376mila euro di ristoro in attesa di conoscere l’entità totale della somma che sarà loro riconosciuta. Sono i soldi, almeno 750mila euro totali secondo le ricostruzioni dell’accusa, che l’ex funzionario e consulente Claudio Zago, 65enne di Ardauli paese di cui fu anche sindaco, fece sparire dalle casse delle tre amministrazioni nel giro di circa dieci anni di lavoro. Goccia a goccia avrebbe fatto transitare sui suoi conti circa 6mila euro al mese di soldi pubblici che poi avrebbe utilizzato per investire in criptovalute e nei mercati finanziari. La decisione è arrivata al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato di fronte al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Oristano, Marco Mascia.

Quest’ultimo è andato anche oltre le richieste che, al termine della scorsa udienza, aveva formulato il pubblico ministero Paolo De Falco che si era fermato a cinque anni di reclusione senza alcun risarcimento. Nei mesi scorsi, la giudice Federica Fulgheri aveva invece respinto una richiesta di patteggiamento con pena finale sempre di cinque anni senza risarcimento proposta in seguito all’accordo tra il pubblico ministero Armando Mammone e l’avvocato difensore Raffaele Miscali. Quest’ultimo, nell’udienza decisiva, ha implicitamente ammesso le colpe del proprio assistito nel momento in cui si è rimesso alla decisione del giudice dando quindi per scontato che l’impianto accusatorio avesse una sua valenza insormontabile. Del resto, lo stesso Claudio Zago, nell’interrogatorio all’indomani dell’arresto a opera della polizia di Stato, aveva per primo ammesso le proprie responsabilità.

Secondo la procura, il dipendente comunale avrebbe sottratto dalle casse del Comune di Bidonì poco più di 526mila euro; da quelle di Nughedu Santa Vittoria avrebbe prelevato oltre 140mila euro; infine da quelle di Neoneli si è passati dai circa 26mila euro calcolati inizialmente agli 83mila definitivi dopo la scoperta di presunti nuovi ammanchi. Claudio Zago aveva spiegato di essere caduto nella trappola degli investimenti in criptovalute dai quali aveva avuto delle ingenti perdite che aveva pensato di ripianare, coi soldi pubblici che aveva la possibilità di maneggiare direttamente, non disponendo autonomamente di quelle cifre. Le perdite però sarebbero aumentate a dismisura sino a che il gioco fu smascherato da altri dipendenti del Comune di Nughedu Santa Vittoria, mentre a Neoneli e Bidonì ci si era accorti dei clamorosi buchi nei conti solo dopo l’intervento degli inquirenti. Il meccanismo usato non sarebbe stato complesso: Claudio Zago faceva eseguire dei mandati di pagamento dai Comuni direttamente su conti a lui riconducibili cambiando l’Iban del destinatario indicato nella determina che avrebbe dovuto ricevere quelle somme. Inseriva il suo, anziché quello dei fornitori o delle ditte a cui l’amministrazione doveva pagare le prestazioni eseguite. A quel punto avrebbe investito le somme sul mercato finanziario delle criptovalute, inizialmente con il convincimento di poterci guadagnare e successivamente, visto l’andamento negativo dei titoli, per ripianare le perdite senza riuscirci.

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