La Nuova Sardegna

Oristano

Il contenzioso

Il Comune chiede 106mila euro da Abbanoa, ma il giudice dice no

di Enrico Carta
Il Comune chiede 106mila euro da Abbanoa, ma il giudice dice no

L’ente locale e il gestore del servizio idrico si scontrano in tribunale per occupazione di suolo pubblico

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Oristano Il primo round lo vince Abbanoa. Il Comune non va al tappeto, perché il caso sarà ora da discutere con il rito ordinario di fronte alla sezione civile del tribunale nell’udienza del 27 novembre, ma è costretto a incassare un colpo pesante. L’efficacia dell’avviso di accertamento esecutivo con cui l’amministrazione chiedeva 106mila euro al gestore del servizio idrico è stato infatti sospeso dalla giudice Valentina Santa Cruz e la questione ora andrà discussa nel merito. L’ordinanza con cui ha respinto l’istanza del Comune va oltre e queste prime motivazioni potrebbero aver già segnato in maniera decisiva l’esito della controversia.

Tutto era iniziato quando il Comune, tramite l’ufficio Tributi, chiese il pagamento della tariffa sul suolo pubblico che viene corrisposta dagli esercizi commerciale. Abbanoa avrebbe dovuto pagarla per via dell’utilizzo della vecchia rete idrica che serve Oristano, le frazioni e tutto il suo territorio. Al gestore del servizio era stato recapitato l’avviso di accertamento esecutivo ovvero un provvedimento di riscossione coattiva da circa 106mila euro, cifra che riguardava le annualità 2021, 2022 e 2023. Prima di inviare questo atto, l’amministrazione comunale aveva sollecitato Abbanoa formalmente, ma non era arrivata alcuna risposta.

Abbanoa riteneva però di non essere certo un bar o un ristorante e così si era opposta all’avviso di accertamento esecutivo e ne aveva chiesto la sospensione. Le motivazioni, poi le stesse presentate dall’avvocato Massimo Lai alla giudice, erano chiare sin dal primo momento: Abbanoa non è titolare di un gazebo o di spazi in cui piazzare dei tavolini per accogliere i clienti, bensì delle reti con cui garantisce un servizio essenziale alla cittadinanza ovvero quello dell’approvvigionamento idrico. È proprio ciò che la giudice ora sottolinea nella sua ordinanza quando spiega che Abbanoa «non è titolare di una concessione per l’occupazione di suolo pubblico, né occupa il suolo, anche in via mediata, attraverso l’utilizzo materiale delle infrastrutture del soggetto titolare della concessione, trattandosi di società che non è titolare di alcuna concessione di occupazione del suolo pubblico, ma che garantisce il servizio idrico integrato nell’ambito ottimale della Sardegna utilizzando le infrastrutture di proprietà dello stesso Comune, a sua volta non concessionario di suolo pubblico), cui dovranno peraltro essere restituite».

Aggiunge poi: «Le reti comunali sono affidate ad Abbanoa a tale esclusivo fine, attraverso apposite convenzioni, nell’interesse dei comuni serviti» e le convenzioni «stabiliscono che le opere e gli impianti esistenti restano di proprietà degli enti locali e sono affidati in concessione d’uso gratuita al gestore per tutta la durata dell’affidamento». La partita però non è chiusa e il Comune, assistito dall’avvocata dell’ente Gianna Caccavale, potrà far valere le proprie ragioni in udienza.

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