«Nessun beneficio per il partito, imputati da assolvere»
La difesa dell’ex consigliere regionale e del capo degli infermieri al processo per le assunzioni e i concorsi sospetti all’Assl
Oristano Augusto Cherchi e Salvatore Manai devono andare assolti. È la richiesta sollecitata dai difensori di due tra i principali imputati al processo scaturito dall’inchiesta Ippocrate, su presunti favoritismi nelle assunzioni e ai concorsi all’Assl 5 in cambio di voti, durante la gestione targata Partito dei Sardi. L’udienza di ieri mattina è stata interamente dedicata alla difesa. Tre avvocati, tre arringhe, tutte incentrate sul tentativo di smontare il castello accusatorio costruito attraverso le indagini della guardia di finanzia, coordinate dai pubblici ministeri Armando Mamone – ora procuratore di Sassari – e dal collega Marco De Crescenzo che nella sua requisitoria aveno chiesto per i due imputati condanne pesanti: otto anni e tre mesi per l’ex primario di anestesia ed ex consigliere regionale del PdS, Augusto Cherchi, e sette anni e tre mesi per l’ex capo degli infermieri del blocco operatorio del San Martino, Salvatore Manai.
La difesa ha cercato di demolire la credibilità di due testimoni chiave dell’inchiesta: i due sindacalisti Stefano Angotzi e Michele Zucca, che, come hanno detto più volte i legali, nel corso del dibattimento si sarebbero spesso contraddetti e, nel caso di Angotzi avrebbero ritrattato alcune dichiarazioni fatte durante le indagini. L’avvocato Pierluigi Meloni, legale di Augusto Cherchi, ha bollato l’intera inchiesta e il processo come «costruito sul nulla». Nessuna intercettazione telefonica, nessuna «prova concreta», ha detto, dipingendo un quadro fatto di «suggestioni e interpretazioni arbitrarie». La linea difensiva ha negato qualsiasi legame personale tra Cherchi e i tesserati coinvolti, liquidando come infondato ogni suo presunto ruolo in promesse di candidatura emerse dopo il concorso finito sotto la lente di ingrandimento della procura.
Emblematico, secondo Meloni, è il caso di Giulia Serra, fidanzata di Nicola Bassetti, l’operatore socio sanitario che, avviato all’istituto della messa alla prova ha evitato il processo. L’avvocato difensore ha spiegato che il concorso si svolse a novembre, mentre la candidatura di Giulia Serra alle elezioni amministrative di Oristano spuntò ad aprile «quando ancora non si sapeva nemmeno se il Partito dei Sardi avrebbe presentato liste per le comunali». Il legale ha inoltre insistito sul fatto che Cherchi «non si occupò mai di quei concorsi». Nessun «collegamento dimostrato» e nessuna «telefonata tra Cherchi e Bassetti», ha rimarcato il legale c sottolineando come il suo assistito dalla politica avrebbe avuto ben poco: «La carriera professionale è infatti arrivata molto prima dell’impegno in politica». La richiesta finale non ha lasciato adito a dubbi: assoluzione piena, perché «il fatto non sussiste».
Sullo stesso crinale si è mosso l’avvocato Pasquale Ramazzotti, che ha stigmatizzato il procedimento come «infinitamente lungo e inutile». Ha criticato l’operato della procura, gridando al «caos logico» e alla «deficienza di contestazione», concludendo che, in assenza di intercettazioni o contatti comprovati «non sussistono nemmeno gli estremi per qualificare il reato».
Per Salvatore Manai, l'avvocato Antonello Spada ha attaccato l'attendibilità sia di Michele Zucca sia di Stefano Angotzi, definito «unica colonna portante dell'accusa», La procura ipotizza che Manai avesse favorito candidati per rafforzare il Pds nel Marghine e nell’Oristanese. Tesi ritenuta insussistente: «Il partito, nato nel 2013, raccolse solo il 2,66 per cento alle regionali 2014. I fatti contestati non portarono vantaggi politici concreti». Sul presunto scambio di favori per le elezioni comunali di Oristano nel 2017, la difesa ha evidenziato una falla temporale: «Il concorso è di dicembre 2016, le elezioni di giugno 2017. A dicembre si parlava al massimo di coalizioni». L’avvocato ha poi precisato che Manai non era membro della commissione di esame, e che mancano elementi per provarne il coinvolgimento nella preparazione o diffusione delle domande. A riprova, il legale ha chiosato: «Bassetti supera il concorso, ma la fidanzata no. Se davvero ci fossero stati favoritismi, anche lei sarebbe passata». Infine, la difesa ha confutato che Manai sia mai stato segretario provinciale del PdS, «Non lo era né formalmente né di fatto, riducendo il suo ruolo a tesseramento o prenotazione sale».