La Nuova Sardegna

Oristano

Le tradizioni

L’ultimo rito per San Costantino: al mattino si corre l’Ardia a piedi

di Maria Antonietta Cossu
L’ultimo rito per San Costantino: al mattino si corre l’Ardia a piedi

Le emozioni della prima pandela e dei suoi compagni

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Sedilo Il popolo dell’Ardia freme. L'attesa terminerà domani mattina a Su Frontigheddu, punto di partenza della corsa a piedi che corona le celebrazioni per San Costantino. Sullo stesso tracciato battuto dagli uomini a cavallo due settimane fa si riverseranno centinaia di corridori. Uomini, donne, bambini di Sedilo ed estranei, perché l’Ardia a piedi rompe gli schemi e non contempla l’esclusiva che il 6 e 7 luglio è concessa ai cavalieri locali o con origini sedilesi. Le sue radici sono popolari perché affondano in un tempo in cui chi era troppo povero per permettersi un destriero e chi neppure possedeva animali da tiro rincorreva a piedi il corteo equestre. Quando l’aspetto della sicurezza ha cominciato a essere considerato tema sensibile sono nate due rappresentazioni distinte, seppure espressione della stessa tradizione e assimilabili per copione, finalità e intensità di sentimenti.

Sarà Mauro Pireddu a impersonare la figura di Costantino. La prima pandela ha ottenuto l’investitura 27 anni dopo aver espresso al parroco il desiderio di guidare l’Ardia a piedi. Nicola Manca, veterinario di 41 anni, e il coetaneo Tonio Ledda, operaio, condivideranno la gioia con l’amico correndo con lui e per lui con i vessilli in pugno. Da bambini si erano promessi un reciproco coinvolgimento e quel patto è stato rispettato. La prova di domani suggellerà una fede antica ma anche una lunga e profonda amicizia. «Siamo felici di coronare un sogno che inseguiamo sin da piccoli, e cioè di vivere insieme questa esperienza», raccontano i protagonisti. Sono in fibrillazione all’idea che l’attesa sia ormai agli sgoccioli, ma sanno dissimulare bene l’emozione. «Ciò che si prova non è paura né tensione, in realtà è più voglia di fare bene per il santo e per noi stessi, perché un’Ardia ben riuscita è motivo di orgoglio. Ti stai mettendo al servizio del santo e, indirettamente, della comunità», afferma il capocorsa Mauro Pireddu.

«Per quanto mi riguarda la tensione c’è, ma è una componente positiva, quella dose di adrenalina che ti permette di dare il 10% in più di ciò che faresti in condizioni normali», spiega Nicola Manca, alla sua seconda esperienza nel ruolo di pandeledda. Stessa sicurezza dimostra Tonio Ledda, al suo esordio come comprimario di un capocorsa: «Non so come ci si senta al momento della partenza – premette –, ma so che quando sei là devi essere pronto a dare il tutto per tutto. Abbiamo cercato di prepararci al meglio e speriamo di essere all'altezza del compito che siamo chiamati a svolgere». «Non solo perché aspettavamo questo giorno da una vita – completa il discorso Mauro Pireddu – ma perché San Costantino lo sentiamo dentro, in un modo che non si può spiegare». Saranno gambe e polmoni a parlare per loro, poco dopo le 7.30. lungo la pista che si sgrana dentro e fuori la corte dominata dal santuario. Le pandelas correranno a perdifiato per non subire l’onta del sorpasso, mentre le scorte Matteo Pireddu, Roberto Porcheddu, Christian Pisoni e Raffaele Salaris brandiranno pesanti bastoni per ricacciare indietro gli inseguitori più audaci.

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