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Oristano

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Escursioni e pellegrinaggi: torna “Noi camminiamo in Sardegna” per conoscere l’isola a piedi

di Piero Marongiu
Escursioni e pellegrinaggi: torna “Noi camminiamo in Sardegna” per conoscere l’isola a piedi

Presentato il programma della manifestazione che promuove il turismo lento, Cuccureddu: «Così investiamo su paesi e territori»

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Oristano Un passo dietro l’altro attraverso le antiche vie dei pellegrini per raggiungere il cuore più autentico dell’isola. La quarta edizione di Noi camminiamo in Sardegna, in programma dal prossimo 29 settembre fino al 4 ottobre, ha due vocazioni: quella religiosa, che prevede otto cammini e sette destinazioni di pellegrinaggio, e quella escursionistica. Sono due reti che unendosi completano l’offerta turistica in un periodo, quello autunnale, non balneare. Un turismo lento che attraversa territori e paesi in cui i camminatori possono ammirare luoghi, «Che rappresentano uno spaccato della Sardegna autentica, memorie vive che raccontano saperi e sapori, nonché un modello di sostenibilità ambientale, economica e sociale e di valorizzazione in chiave slow delle ricchezze materiali e immateriali che vi si trovano», ha detto l’assessore regionale al Turismo, artigianato e commercio, Franco Cuccureddu, parlando dell’evento presentato nella sala conferenze Nostra Signora del Rimedio, a Donigala Fenughedu. «Si tratta di un evento che è andato consolidandosi nel tempo – ha aggiunto –. Quest’anno cambia leggermente il format, ma resta la caratterizzazione temporale, quella autunnale. Inizia alla fine di settembre, periodo nel quale la Sardegna diventa la capitale europea dei camminatori e coinvolge molti centri dell’interno. La Regione ci crede e per questo motivo investe molte risorse per migliorare e rendere più sicure le infrastrutture interessate, perché si tratta di una manifestazione che fa arrivare nell’isola gli amanti del turismo lento, persone che cercano altre motivazioni rispetto a quelle balneari».

È in tal senso che i cammini religiosi assieme a quelli escursionistici rappresentano un notevole attrattore per la promozione e la valorizzazione dei territori e dei paesi che ospitano importanti emergenze archeologiche, chiese e luoghi di culto che incarnano il sentimento religioso. Monsignor Ferdinando Caschili, vicario generale della diocesi di Cagliari, spiega: «Per la chiesa è importante partecipare a questi eventi perché molti sono siti che toccano chiese di secolare importanza o che sono legati a testimonianze di santi e di martiri, pertanto la chiesa è interessata a favorire questi cammini. Inoltre c’è un aspetto di conoscenza, valorizzazione del territorio e cura del creato e della casa comune». Angela Maria Porcu, direttrice generale dell’assessorato regionale del turismo ha detto: «Quella odierna è l’occasione per confrontarci con i gestori dei Cammini per comprendere dove siamo arrivati finora e quali saranno le prossime tappe da portare avanti per arrivare a un’offerta turistica coordinata, unitaria e fruibile in sicurezza da parte dei pellegrini».

Gli itinerari sono otto, all’interno dei quali ci sono sette destinazioni di pellegrinaggio: Cammino minerario di Santa Barbara, di San Giorgio Vescovo, Santu Jacu, Sant’Efisio, delle Cento Torri, dei Santuari e Francescano in Sardegna e, di nuova introduzione, il Cammino dei Beati, che comprende i territori di Dorgali, Galtellì, Oliena, Orgosolo e Orosei. Le destinazioni di pellegrinaggio, toccano i Comuni di: Borutta, Dorgali, Galtellì, Genoni-Gesturi-Laconi, Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco. Conclusione di Noi Camminiamo in Sardegna 2025 a Pula, sabato 4 ottobre, con i dieci chilometri della tappa del percorso di Sant’Efisio.

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