Chiesa di Sant’Antonio, il Comune studia come riaprirla dopo oltre dieci anni
Bosa, riprende l’iter per completare le opere di messa in sicurezza
Bosa «Dopo anni riprende l’iter per la riapertura della chiesa di Sant’Antonio». L’annuncio è del responsabile ai Lavori pubblici Federico Ledda su una delle questioni che è stata una spina nel fianco di diverse amministrazioni civiche. L’edificio di culto sulla sponda sinistra del Temo, molto caro ai bosani e monumento molto apprezzato, ha le porte sbarrate da oltre dieci anni, quando fu chiuso per motivi di sicurezza. La presenza di una crepa sulla facciata infatti aveva spinto alla prudenza, in attesa di verifiche. Nel frattempo la chiesa di Sant’Antonio venne stabilizzata con sostegni interni. Quindi ci fu un primo intervento, con la sistemazione di chiavi e tiranti, realizzato con parte dei 170mila euro a disposizione: 150mila in arrivo dalla Regione e 20mila recuperati dalle poste del bilancio comunale. Lavori che però non avevano dato la possibilità di riaprire la chiesa ai fedeli e al pubblico, messa in sicurezza ma rimasta desolatamente vuota. «Lo scorso anno era stato interrotto il primo incarico di progettazione, per la necessità di non spingersi oltre le somme disponibili» i fondi avanzati dai 170mila euro del primo stanziamento attraverso economie di spesa. L’obiettivo, in attesa di maggiori risorse e quindi di un intervento a tutto tondo, resta di riaprire la chiesa. La novità è che «il responsabile ai lavori pubblici ha avviato il nuovo iter di progettazione, con l’affidamento del documento delle alternative progettuali» afferma l’assessore Federico Ledda. Questo il passaggio che permetterà di individuare gli interventi prioritari necessari.