I tesori minerari dello studioso Giovanni Atzori trovano casa nel Parco dell’ossidiana
La sindaca di Pau: «Le nuove generazioni conosceranno le ricchezze del sottosuolo sardo»
Pau In occasione del centenario dalla nascita di Giovanni Atzori, noto Gianni (1925-2002), una delle figure più poliedriche e affascinanti della cultura sarda, la sua eredità di passione per la terra e la conoscenza si arricchisce di un nuovo, prezioso capitolo. La famiglia Atzori, la moglie Marisa e i figli, ha compiuto un gesto di immensa generosità donando al Comune di Pau la parte più pregiata della collezione privata di minerali raccolta da Gianni nel corso di un’intera esistenza.
Il tesoro minerale, frutto di instancabili escursioni in tutta l’isola e di scambi con collezionisti nazionali, è stato catalogato e destinato a “rivivere” nel cuore del Monte Arci. Troverà la sua degna collocazione espositiva a partire dal 2026 presso il Ceas Pau-Parco dell’ossidiana (Centro educazione ambientale sostenibile), affiancandosi idealmente alle opere artigianali in ossidiana già esposte nel vicino museo dell’Ossidiana. Gianni Atzori fu molto più di un collezionista. Maestro elementare “rivoluzionario”, soprannominato “su maistu” a Cabras, alla fine degli anni ’50 fu tra i primi a introdurre in forma orale e scritta il sardo campidanese nelle scuole pubbliche.
Il suo spirito era profondamente ribelle, antifascista e anarchico e la sua amicizia con Emilio Lussu lo vide protagonista nella campagna referendaria del 1946 a favore della Repubblica. Il suo amore per la Sardegna si manifestò in una miriade di attività: da guida turistica a Parigi e Biarritz (1949-53), a appassionato di archeologia nel Sinis, collaborando al rinvenimento di importanti reperti. Fu un pioniere come subacqueo e corallario nelle acque di Oristano, attività che lo condusse a una profonda conoscenza del mare e, a seguito di un incidente, lo spinse a un ancor più intenso studio geologico e mineralogico dell’isola.
In qualità di dirigente del Partito Sardo d’Azione, fu consigliere comunale a Oristano e diede un contributo essenziale alla Commissione toponomastica per la ricerca e l’elaborazione dei nomi in sardo di vie e piazze. Fu anche scrittore su temi di linguistica e storia, contribuendo al dibattito sull’esistenza di una scrittura nuragica. Infine, come artista e artigiano, lavorò materiali rari come l’ossidiana, il corallo (anche nero, da lui riscoperto in Sardegna), trachite e pietre dure, esponendo le sue creazioni, come i preziosi gioielli-amuleto donati a Milis, in tutta l’isola.
La sindaca Alessia Valente ha sottolineato come «la donazione di questi minerali onorerà e custodirà la memoria di Gianni Atzori, rendendo il suo “tesoro geologico” parte integrante del patrimonio storico e identitario di Pau. La collezione permetterà alle future generazioni, di comprendere davvero la ricchezza del sottosuolo sardo e di mantenere vivo – conclude la prima cittadina – il ricordo di un uomo la cui curiosità e dedizione sono un esempio di inestimabile valore culturale».
