La Nuova Sardegna

Oristano

Commercio

La Murrina saluta dopo 45 anni, chiude una storica attività cittadina

di Enrico Carta
La Murrina saluta dopo 45 anni, chiude una storica attività cittadina

La titolare Egle Spinardi va in pensione e racconta una piccola storia locale

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Oristano Sino a qualche settimana fa era ancora uno spazio di forme e colori che tanti clienti o semplici curiosi hanno conosciuto. Oggi vince il bianco squadrato delle pareti ormai spoglie. La miriade di oggetti che hanno animato il negozio non c’è più e con essi un pezzo di piccola storia cittadina se ne va assieme al 2025, portandosi dietro una barca di ricordi per chi lì dentro ci ha passato quasi una vita. La Murrina, sebbene sotto altro nome, era nata a Oristano il 2 maggio del 1980 in via Verdi, luogo della prima sede che anticipò il trasferimento in via Diego Contini nel ’94, nell’ultima casa a cui tutti ora associano il negozio dove per tutto questo tempo sono state esposte le fantasie creative dei grandissimi maestri del vetro di Murano. Tra questi c’erano anche orologi, quelli che hanno scandito il tempo di Egle Spinardi, la proprietaria che ha deciso che è giunto il momento di dare retta alla sveglia che suona e andare in pensione: «A maggio ho festeggiato i 45 anni di attività, adesso è arrivato il traguardo definitivo. Non mi nascondo e dico che è stata una decisione sofferta, ma allo stesso tempo era un passo che andava fatto. Non mi spaventa l’andare in pensione, in tutti questi anni ho comunque coltivato tanti altri interessi al di fuori dell’attività commerciale che mi terranno occupata anche ora. E poi da diciassette anni c’è il negozio di Cagliari che segue mio figlio Fabrizio a cui darò una mano».

Del resto questa è anche una storia di famiglia tanto che Egle Spinardi ringrazia proprio i tre figli – «il quarto è il negozio», ci scherza su ma nemmeno troppo – figli che le sono stati accanto in vari modi in questi ultimi anni di attività e i tanti clienti che hanno animato le sue giornate regalandole tante soddisfazioni «e un rapporto che è spesso andato oltre quello tra chi vende e chi acquista. Anche con loro si è creato un sentimento speciale, in qualche occasione quasi di confidenza». Gli aneddoti se li tiene quasi tutti per sé, la memoria però percorre la strada tra quel 1980 e questo 2025: «Sono due mondi diversi, l’unica cosa uguale è la mia passione per un’attività che posso dire di aver creato da sola». Decisiva è stata la scintilla ereditata dal padre, originario di Mantova che le fece scoprire Venezia: «Restai ammirata dall’abilità dei vetrai di Murano. Vedere il loro lavoro e le loro capacità direttamente nelle fornaci fu una straordinaria ispirazione e fece emergere quella passione che forse coltivavo inconsapevolmente. È per questo che spiegare ai clienti cosa stavano acquistando e coinvolgerli è stato un passo semplice».

Proprio la parola clienti è quella che ha subito la metamorfosi maggiore in questi 45 anni: «Il commercio è in crisi e l’online influisce negativamente, inutile nasconderlo, però il vero problema è la crisi. Le attività come le nostre ormai si reggono sulla vecchia clientela, semplicemente perché i giovani non hanno le stesse possibilità economiche che aveva la nostra generazione. Poi ho notato che è svanita la classe media, ciò che le statistiche confermano, noi l’abbiamo percepito subito». Ma questo saluto alla città si chiude in grigio e infatti torna il sorriso nel momento in cui racconta cosa le lasciano in eredità tutti questi anni: «Il negozio è stato anche un’isola di dialogo e mi ha dato tante soddisfazioni, sebbene sia faticoso. La scorsa estate una turista australiana ha comprato una bellissima brocca che è stata poi la sua compagna di viaggio al ritorno». Non un viaggio qualunque, un po’ come quello che ha accompagnato le mattine e le sere di tanti oristanesi, anche solo per curiosare in quel piccolo mondo di forme e colori.

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