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Cdp, sostegno mirato a 10 filiere strategiche made in Italy

Cdp, sostegno mirato a 10 filiere strategiche made in Italy

Ecco le linee guida, focus su crescita e internazionalizzazione

28 ottobre 2022
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Sono dieci le filiere centrali per il sistema produttivo italiano su cui è mirata l'azione di sostegno della Cassa depositi e presiti, dal cibo e dalla moda all'energia pulita. Le nuove linee guida di Cdp 'Sostegno alle filiere strategiche' individuano gli ambiti di intervento, tra i comparti più forti del made in Italy e le filiere abilitanti per la doppia transizione, ecologica e digitale. Queste sono l'aerospazio, le rinnovabili, le batterie e l'idrogeno e i semiconduttori.
Nella strategia di Cdp, queste tre filiere affiancano quelle più tradizionali, dall'agroalimentare al design, dall'automotive alla navalmeccanica, dalla meccanica alla chimico-farmaceutica fino alla cultura e al turismo.
Le linee guida strategiche settoriali rappresentano un asse del nuovo modello di funzionamento di Cdp e il punto di riferimento per le attività in alcuni dei campi individuati dal Piano Strategico. L'Italia, secondo l'analisi di Cdp, è già al primo posto per performance nel commercio mondiale di abbigliamento e calzature, al secondo per la meccanica e per il tessile, al terzo per i mezzi di trasporto. E ha consolidato nel tempo la propria leadership come esportatore globale, spostandosi su prodotti a maggiore valore unitario e di migliore qualità. Inoltre può contare su medie imprese tra le più produttive, un'elevata propensione all'export e forte integrazione nelle catene del valore europeo.
Il Paese ha però punti di debolezza che sono legati ai mercati di sbocco, ancora fortemente concentrati su economie mature, e appare in ritardo nei settori ad alta tecnologia. Inoltre pesano la prevalenza di micro e piccole imprese e la limitata capacità di attrarre investimenti esteri. Il risultato è che le imprese di media dimensione, pur risultando più produttive di quelle tedesche e francesi (68 mila euro per addetto rispetto a 59 mila euro in Germania e 64 mila euro in Francia), sono troppo poche (circa 24 mila, lo 0,6% del totale rispetto, ad esempio, al 2,2% del totale in Germania) per influire significativamente sulla produttività media del sistema delle imprese. Questa risulta così in media di 51 mila euro per addetto, un valore molto inferiore rispetto a quello tedesco (61 mila euro) e francese (66 mila euro).
Gli interventi di Cdp saranno diretti su tre aree di focus legate ad altrettanti obiettivi. Il primo è quello di sostenere la crescita dimensionale delle imprese, con acquisizioni, ma anche consorzi, alleanze strategiche, contratti di rete e di filiera. Il documento stima che basterebbero 70 mila aziende medie in più per dimezzare il gap di produttività con le imprese tedesche e "cambiare completamente la narrativa sulla bassa produttività italiana".
Il secondo obiettivo è il consolidamento e promozione del posizionamento nazionale ed europeo all’interno delle catene globali del valore, facilitando l'attrazione di investimenti, anche all'interno di iniziative di rilocalizzazione di attività prima svolte all'estero (reshoring e nearshoring) e supportando la partecipazione delle imprese a progetti di portata europea. Il terzo obiettivo è il supporto all’export e all’internazionalizzazione.
Le linee guida riconoscono, che per perseguire tali priorità strategiche, almeno quattro fattori di contesto abilitanti, trasversali alle diverse aree di focus: l’avvio di un processo di semplificazione e razionalizzazione degli iter burocratici che faciliti l’attività d’impresa e l’attrazione di investimenti dall’estero, il rafforzamento delle competenze manageriali, digitali e tecnologiche delle imprese, l’adeguato sviluppo del comparto della logistica e dei trasporti la promozione di un sistema di supporto alle attività di ricerca e sviluppo e lo sviluppo del mercato dei capitali.
L'intervento di Cdp, del quale saranno valutati la qualità e l'impatto con una serie di indicatori, avrà criteri di addizionalità e complementarità. Potrà contribuire a colmare i gap di investimento tipici dei settori e dei territori oggetto di intervento, in cui gli operatori di mercato non riescono a mobilitare risorse adeguate e che richiedono una capacità di commitment sul lungo periodo, favorendo l’individuazione e il finanziamento di progetti di sviluppo di aziende leader di filiera, per promuovere il consolidamento di ecosistemi produttivi.

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