Delitto di via Poma Astrid Meloni sarà Simonetta Cesaroni
Marco Vitali
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Astrid Meloni A sinistra ancora lattrice e sotto Simonetta Cesaroni 3 MINUTI DI LETTURA
ROMA A ventun anni da quell'omicidio che ancora fa discutere l'Italia, diventa un film tv per la prima serata di Canale 5, con Roberto Faenza dietro la macchina, il delitto di via Poma. A interpretare la sfortunata Simonetta Cesaroni, straziata da 29 coltellate il pomeriggio del 7 agosto nelle stanze deserte di un ufficio del borghese quartiere romano di Prati, quello della Rai e dei tribunali, sarà un'attrice sassarese: Astrid Meloni. E si nota subito la somiglianza fisica tra la ragazza uccisa quell'estate del 1990 e la ventinovenne attrice nata a Sassari. Mora e riccioluta come lo era la giovane segretaria di via Poma. Diplomata al Centro sperimentale di cinematografia, dopo aver recitato in vari cortometraggi, Astrid Meloni ha esordito sul grande schermo con «Tutta la vita davanti», film del 2007 di Paolo Virzì. Nel 2008 è apparsa in «Parlami d'amore» di Silvio Muccino. Ha anche lavorato a teatro e prestato il suo volto a noti spot televisivi. Adesso in tv ci torna con questo film che racconta il delitto di via Poma. Nel cast, protagonista insieme all'attrice sassarese, c'è Giulia Bevilacqua, volto di «Distretto di Polizia», che sullo schermo diventerà Paola, la coraggiosa sorella di Simonetta. Nei panni del portiere Pietrino Vanacore, personaggio clou della vicenda (fu arrestato e poi rilasciato) ci sarà Giorgio Colangeli. L'attore più noto del cast, Silvio Orlando, sarà invece Niccolò Montella, l'ispettore capo della polizia di Roma che prova a districarsi nell'ingarbugliata matassa di quel delitto. Mentre Fabio Traversa sarà Raniero Busco che allora era il ragazzo di Simonetta e che a gennaio di quest'anno è stato condannato in primo grado. Ieri a Roma c'è stato il primo ciak del film girato da Roberto Faenza. E già non mancano le polemiche. Dopo quella con i legali di Busco che nei giorni scorsi si sono detti pronti a bloccare il film, quella con il condominio di Via Poma che all'ultimo momento avrebbe negato il permesso di girare all'interno. Il regista è sdegnato: «Cose che mi lasciano sgomento dovrebbero essere contenti del nostro contributo». Per il produttore Pietro Valsecchi, via Poma «è un po' una metafora del Paese, dove le verità non arrivano mai». Per questo è stato deciso di farne un film. Film «complicato e difficilissimo», sottolineano insieme produttore e regista, che già prima di cominciare ha subito «pressioni». Di certo quella di Simonetta Cesaroni è una storia popolare, che ha commosso e che continua a commuovere, sottolineano d'accordo con lo sceneggiatore Antonio Manzini, e anche «una storia di malagiustizia», con vent'anni di «indagini costellate di errori». Il finale, anticipa il regista, resterà aperto. «Non ci sostituiamo ai giudici - rassicura - Il nostro compito non è raccontare la verità, bensì mettere insieme un puzzle con i tanti punti oscuri. Un po' una controinchiesta rispetto all'ufficiale». Insomma «un contributo», dice Faenza, e un po' anche una denuncia «su come vengono portate avanti le indagini». Intanto si parte senza riprese negli interni del placido palazzone bianco e giallo di via Poma. «Nelle ultime ore è arrivato il divieto a girare dentro», denuncia Faenza. Le scene negli interni si gireranno quindi in un palazzo simile di via Tagliamento. Si chiude il 12 settembre, nel 2012 la messa in onda.