La Nuova Sardegna

Gommone e villa, la «vita esagerata» di Flavio Carboni

Elena Laudante
La villa di Quartu dove abitò Carboni fu sequestrata alla proprietaria nel 2007 per presunte frodi fiscali
La villa di Quartu dove abitò Carboni fu sequestrata alla proprietaria nel 2007 per presunte frodi fiscali

Una villa vista mare da 10mila d’affitto al mese, un gommone extra lusso da quasi 100mila euro e poi gioielli e altre spese. Prima che scoppiasse la bufera dell’eolico, nell’estate del 2009, Flavio Carboni puntava al massimo

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ROMA. L'ultima estate prima che scoppiasse la bufera dell'eolico, quella del 2009, Flavio Carboni e Antonella Pau, puntavano al massimo. Dovendo restare nel Cagliaritano per affari - legati alla cosiddetta "P3", secondo i pm romani - volevano il meglio. Una villa vista mare, circondata da uno spazio verde che costava 3.700 euro al mese solo di giardiniere. Sembrava fatta al caso loro la residenza che in realtà era già finita al centro delle cronache: una villa a Santa Luria, Quartu, che apparteneva alla signora Rosa Cossu, 52 anni, sassarese di nascita ma da tempo suddita di Alberto di Monaco.

La signora Cossu non immaginava di finire tra gli atti dell'inchiesta sulla presunta associazione segreta, che da Marcello Dell'Utri a Nicola Cosentino, passando per diversi sardi sotto accusa, avrebbe puntato a condizionare organi dello Stato. L'8 febbraio scorso la Cossu, manager di studi medici a Milano, da testimone racconta del suo incontro con l'imprenditore di Torralba che cercava terreni a buon prezzo da invadere con torri del vento, è vero, ma metteva gli occhi su tutto quanto avesse valore. Anche se non poteva pagarlo. Dalle ville ad orologi-gioiello, passando per le barche.

La villa. «Nel luglio 2009 un intermediario mi disse che c'erano delle persone importanti che cercavano una casa di rappresentanza». Racconta la signora Cossu, moglie del dentista sassarese Pierluigi Allena, al quale cinque anni fa la Guardia di finanza aveva contestato una presunta evasione fiscale da tre milioni e mezzo. E tra i beni sotto osservazione, c'era proprio una importante residenza a Quartu, presumibilmente la stessa che attirerà l'attenzione, qualche anno dopo, del duo Carboni-Pau. Non prima di aver chiesto alla proprietaria frigo, congelatori, gazebo e letti, ricorda lei. Le parti si accordano su un canone di 10mila euro per il periodo tra il primo e il 20 agosto, più 10mila di cauzione e 5mila di rimborso spese, da versare tramite bonifico. Ma il bonifico non arriva e l'intermediario spiega che i clienti sono disposti a pagare con assegni. Che arrivano, ma si portano dietro gli accertamenti della Finanza.

A fine agosto Rosa Cossu incontra la coppia che la illude dicendosi interessata all'acquisto di quella villa che tanto aveva fatto tribolare lei e suo marito, per i problemi fiscali. Così lascia correre quando Carboni e la Pau restano fino a gennaio 2010, «senza pagare» l'affitto. Eppure Carboni di risorse doveva averne se il 15 giugno, aveva staccato un assegno a Candido Operti, gioielliere cagliaritano tra i più, per 10.500 euro. A gennaio 2010, quando lascia la villa di Quartu, contratta l'acquisto di un gommone Joker Boat da 98mila euro da intestare al suo assistente, Giuseppe Tomassetti (indagato): versa un anticipo di 50mila euro con 4 assegni, salvo poi mandare tutto all'aria in estate, quando esplode il bubbone P3. Anche a questo servivano i soldi rastrellati alle imprese del forlivese interessate all'eolico? Quel tesoretto ammonta a circa 5 milioni.

Altri affari, altri assegni. Come quelli versati a un agente per la valorizzazione di aree commerciali, Carlo Diana, che entra in contatto con Carboni attraverso Antonella Pau. E resta scottato. L'anziano imprenditore gli aveva proposto di acquistare i suoi terreni a Porto Rotondo, Porto Torres, Cagliari e il cementificio di Sassari. Lui cede e si presta a un'operazione per cui gira loro assegni circolari e contanti per circa 115mila euro, che avrebbero dovuto restituire. Ma ne riavrà solo una minima parte.

Pale sui Sette Fratelli. Carboni aveva grandi idee, come quella di realizzare «un porto a Pula», racconta Roberto Exiana, di Selargius, agente immobiliare che accetterà di comprare i famosi terreni di Porto Rotondo (valore 30 milioni, ma bloccati per i guai giudiziari di Carboni) anticipando 1 milione 240mila euro in assegni circolari, «tutti incassati», assicura. È lui a rivelare che Carboni voleva piazzare «pale eoliche sui Sette Fratelli, a Sinnai».

La nomina di Cossu.
Interrogato il 20 luglio scorso, Pinello Cossu, indagato per corruzione in relazione alla nomina a capo del Consorzio Tea (competente sulle bonifiche di siti industriali), conferma di aver preso 5mila euro da Carboni come «riconoscimento per essermi adoperato nella ricerca di terreni e contatti con i sogegtti della società Fonteolica. Perché mia figlia voleva seguire un master, e lui mi disse di aiutarla con questi soldi».

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