La Nuova Sardegna

Tumbarinu d'argento con Amadei, Cecere e Luciana Castellina

Tumbarinu d'argento con Amadei, Cecere e Luciana Castellina

Stasera a Sa Domo 'e Tiu Maoddi la cerimonia di premiazione del Festival del cinema di Gavoi

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 GAVOI. Il festival cinematografico di Gavoi, dedicato al cinema italiano, è arrivato ormai alla sua undicesima edizione. Stasera, a Sa Domo 'e Tiu Maoddi, saranno assegnati i Tumbarinu d'argento: un ex aequo tra Giorgia Cecere per «Il primo incarico» e Aureliano Amadei per «Venti sigarette», entrambi film d'esordio apprezzati da critica e pubblico.  Il premio per il miglior interprete va al giovane attore francese Julien Alluguette per il film «I bambini della sua vita», di Peter Marcias.  La serata sarà condotta da Sante Maurizi. Si comincierà alle 18.30 con l'inaugurazione della mostra «Gioventù ribelle: l'Italia del Risorgimento» e il recital «Musica e parole per i 150 anni», con Daniela Cossiga accompagnata al piano da Simone Sassu. Seguirà un dibattito pubblico dal tema «Tutt'altra Italia io sognavo», con Luciana Castellina. Dopo una breve intervista dell'attore Giovanni Carroni ad Aureliano Amadei, chiuderà la serata la cerimonia di assegnazione dei Tumbarinu d'argento. A Luciana Castellina andrà - si legge nella nota diffusa dagli organizzatori - «una menzione speciale per l'impegno profuso nella promozione del cinema italiano».  Il festival, organizzato dall'Arci con la direzione artistica di Alice Cugusi e il patrocinio del Comune di Gavoi, della Regione Sardegna e della Cinetaca sarda, si caratterizza da sempre per una forte attenzione ai temi dell'attualità politica e sociale. Anche i film premiati quest'anno confermano questo segno distintivo: la giovane maestra meridionale della Cecere interpretata da Isabella Ragonese; il dramma della guerra in Afghanistan nel film di Amadei; la contradditoria realtà della Cagliari di Peter Marcias vista attraverso gli occhi di una ventenne. E poi Luciana Castellina, che con Rubettino ha appena pubblicato un libro dal titolo più che significativo, «Ribelliamoci», e con Nottetempo un diario, tenuto tra i quattordici e i diciotto anni, che racconta la sua iniziazione alla militanza comunista.
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