La Nuova Sardegna

Il caso. La vacanza in Sardegna costa cara, ma non soltanto a causa dei traghetti Moby o Tirrenia

Sono ravioli d'oro: 28 euro al chilo

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Il caro vacanze A sinistra, l’interno del pastificio di Golfo Aranci In alto, una vetrina annuncia una curiosa «svendita» a Porto Rotondo

Prezzi alle stelle in un pastificio di Golfo Aranci. La protesta corre su Facebook

28 agosto 2011
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 GOLFO ARANCI. Quando si dice prendere il turista per la gola... e per il portafoglio. Almeno stando a certi prezzi che si vedono in giro. È vero, c'è la crisi e per la Sardegna è un'estate nera: i vacanzieri latitano, viaggiare sui traghetti costa caro, le tasche dei cittadini sono sempre più leggere. Però è innegabile che l'isola costa cara e spesso il turista si imbatte in prezzi esagerati che, al momento di tirare fuori il portafoglio, trasformano il sapore di Sardegna in un boccone salato. Un retrogusto indigesto per una villeggiante in vacanza, ad esempio, a Golfo Aranci.  Aveva voglia di ravioli freschi. «Alla faccia della freschezza, però!», deve aver pensato quando ha visto il costo: la bellezza di 28 euro al chilo. Un primo piatto di indubbia squisitezza, fumante di genuinità, preparato e venduto in giornata dal produttore al consumatore, ma decisamente "pesante" per l'acquirente, considerato che un chilo di ravioli lavorati artigianalmente vengono venduti a una manciata di chilometri di distanza, nella vicina Olbia, a non più di 6, 7 euro. Cioè quattro volte meno rispetto al negozio di produzione artigianale di pasta fresca golfarancino «Dolce Gallura». Forse è meglio rinunciare, ha pensato strabuzzando gli occhi. O meglio, con quella cifra lì, i gustosi ravioli si mangiano in ristorante, già cucinati e serviti a tavola senza alcuna fatica. Visto il costo, addirittura si risparmia. Abbandonata così l'idea dei ravioli, la temeraria villeggiante ha deciso di ripiegare su un altro prodotto tipico sardo, gli gnocchetti. Più convenienti, se così si può dire. Acquistati alla «modica» cifra di 18 euro al chilo. Povera donna, la voglia di pasta fresca le sarà pure passata ma il conto, a differenza degli gnocchetti, non l'ha affatto digerito.  Da quel momento il tam tam della protesta è arrivato al centralino della Nuova Sardegna. I commenti si sprecano anche su Facebook: una raffica di testimonianze di solidarietà alla villeggiante «strangolata» da ravioli e gnocchetti freschi di gioielleria.  La titolare di «Dolce Gallura» difende con tutta la grinta che ha in corpo i suoi prodotti di qualità e freschissimi e, soprattutto, la scelta di farli pagare tanto. «I prezzi sono ben esposti - ribatte Maria Concetta Magnaterra -. La signora era liberissima di acquistare il prodotto o di girare sui tacchi e andare via, non aveva mica una pistola puntata alla testa. È entrata nel mio negozio, ha visto quanto avrebbe speso: poteva dire costa troppo, grazie e arrivederci... Invece, ha deciso di comprare. Perchè ora protesta?», taglia corto la titolare, parecchio indispettita da tanto rumore per un chilo di ravioli. «Ho clienti da anni e nessuno si è mai lamentato», sbotta da dietro il bancone, appena esce dal negozio un turista con in mano un vassoio di preziosi gnocchetti.  In realtà, quello di Golfo Aranci è solo un episodio fra tanti. Perchè basta fare un giro quasi ovunque per imbattersi in prezzi proibitivi, anche su generi di consumo popolari. Non esattamente un toccasana per l'industria del turismo che pure arranca. E non solo per colpa esclusiva del caro traghetti. Perchè raggiungere la Sardegna costa caro, ma anche trascorrerci le vacanze non è da meno.
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