Tangenti a Portoscuso: Puddu tradito dalle telefonate
Mauro Lissia
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L’ex sindaco Adriano Puddu mentre viene trasferito in tribunale, a destra lo stabilimento della Portovesme dove per l’accusa avrebbe ricevuto una tangenteL'ex sindaco chiamò alle 7,40 la Portovesme, poi sarebbe andato a ritirare 9mila euro
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CAGLIARI. I novemila euro in banconote di grosso taglio erano in una tasca del soprabito: quando il 31 marzo 2011 gli uomini del Nucleo investigativo del Corpo forestale sono entrati a casa di Adriano Puddu alla ricerca di armi, hanno trovato la mazzetta che per l'accusa gli era stata appena consegnata dal manager della Portovesme srl Carlo Lolliri.
Una tangente ancora fresca, intercettata prima che il sindaco di Portoscuso la nascondesse in un luogo sicuro o la depositasse nel conto corrente. L'inchiesta giudiziaria per corruzione è nata così, quasi per caso. Ma già nelle ore immediatamente successive alla perquisizione disposta dalla Procura di Cagliari gli uomini del commissario Ugo Calledda hanno trovato conferme della nuova e clamorosa ipotesi investigativa: alcune telefonate avvenute di primo mattino tra l'utenza di Puddu e quella della Portovesme srl. La prima è delle 7.40: Puddu chiama gli uffici dell'azienda.
Viene richiamato alle 8.34 e alle 8.53 il suo cellulare risulta in una cella telefonica compatibile con il luogo in cui si trova la fabbrica, comunque molto vicino all'ufficio di Lolliri. Forse era al volante della propria auto e stava per raggiungere la fabbrica, forse si è fatto accompagnare. Tutto questo - stando agli atti dell'accusa - la mattina del 31 marzo dell'anno scorso, poche ore prima che la Forestale eseguisse la perquisizione. Ma secondo l'accusa un altro incontro si sarebbe svolto la sera prima, forse per cercare un accordo sulla cifra che la Portovesme avrebbe dovuto versare in cambio dei favori promessi dal sindaco: lo sblocco delle aree a uso civico e il conseguente via libera alla realizzazione del parco eolico di servizio allo stabilimento e di alcuni alberghi. C'è anche una conferma testimoniale, considerata importante: è quella fornita dall'ex assessore comunale Valeria Sanna, sparita all'estero dopo le minacce ricevute all'inizio di marzo. E' stata lei a riferire al commissario Calledda di quel faccia a faccia tra il sindaco e l'amministratore della Portovesme. La fonte indicata dalla Sanna è Annalisa Fenu, impiegata della So.di.se, una società che si occupa di vigilanza: è stata sentita ieri in Procura ma non ha confermato di aver visto il sindaco entrare negli uffici della Portovesme. Ha detto la verità oppure è stata condizionata dal clima plumbeo che ha attanagliato Portoscuso dopo l'arresto del sindaco?
Nel corso dei due interrogatori sostenuti dopo l'arresto, Puddu ha negato con decisione di essersi recato alla Portovesme il 31 marzo e ha opposto un alibi. La Procura però non gli ha creduto e la scelta di negare - malgrado secondo gli investigatori gli elementi di prova lo inchiodino - confermerebbe che quell'incontro con Lolliri è avvenuto e che non è stato un incontro innocente. Ecco perché il pm Caria si prepara a chiedere il giudizio immediato per la presunta corruzione, anche se l'evidenza della prova richiesta per saltare l'udienza preliminare è legata soprattutto agli altri capi d'imputazione: concussione, concussione sessuale, peculato, abuso d'ufficio, induzione e sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale e voto di scambio. A «vestire» queste accuse ci sono le intercettazioni telefoniche, la testimonianza di Valeria Sanna e quella di Valentina Cuccu, confermata nell'incidente probatorio.
Ieri la cancelleria della Procura ha lavorato al riordino dell' ultima tranche delle intercettazioni. Tempo uno-due giorni e il materiale delle indagini sarà pronto per passare all'esame del gip. Giovedì prossimo è in programma l'incidente probatorio in cui il gip Giorgio Altieri nominerà il perito incaricato di trascrivere l'intero brogliaccio delle intercettazioni e probabilmente fisserà un'altra udienza per sentire Sonia Cuccu, tornata in libertà su istanza dell'avvocato Massimiliano Carboni. L'esame della giovane donna è stato chiesto dai difensori di Puddu, gli avvocati Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi.
Una tangente ancora fresca, intercettata prima che il sindaco di Portoscuso la nascondesse in un luogo sicuro o la depositasse nel conto corrente. L'inchiesta giudiziaria per corruzione è nata così, quasi per caso. Ma già nelle ore immediatamente successive alla perquisizione disposta dalla Procura di Cagliari gli uomini del commissario Ugo Calledda hanno trovato conferme della nuova e clamorosa ipotesi investigativa: alcune telefonate avvenute di primo mattino tra l'utenza di Puddu e quella della Portovesme srl. La prima è delle 7.40: Puddu chiama gli uffici dell'azienda.
Viene richiamato alle 8.34 e alle 8.53 il suo cellulare risulta in una cella telefonica compatibile con il luogo in cui si trova la fabbrica, comunque molto vicino all'ufficio di Lolliri. Forse era al volante della propria auto e stava per raggiungere la fabbrica, forse si è fatto accompagnare. Tutto questo - stando agli atti dell'accusa - la mattina del 31 marzo dell'anno scorso, poche ore prima che la Forestale eseguisse la perquisizione. Ma secondo l'accusa un altro incontro si sarebbe svolto la sera prima, forse per cercare un accordo sulla cifra che la Portovesme avrebbe dovuto versare in cambio dei favori promessi dal sindaco: lo sblocco delle aree a uso civico e il conseguente via libera alla realizzazione del parco eolico di servizio allo stabilimento e di alcuni alberghi. C'è anche una conferma testimoniale, considerata importante: è quella fornita dall'ex assessore comunale Valeria Sanna, sparita all'estero dopo le minacce ricevute all'inizio di marzo. E' stata lei a riferire al commissario Calledda di quel faccia a faccia tra il sindaco e l'amministratore della Portovesme. La fonte indicata dalla Sanna è Annalisa Fenu, impiegata della So.di.se, una società che si occupa di vigilanza: è stata sentita ieri in Procura ma non ha confermato di aver visto il sindaco entrare negli uffici della Portovesme. Ha detto la verità oppure è stata condizionata dal clima plumbeo che ha attanagliato Portoscuso dopo l'arresto del sindaco?
Nel corso dei due interrogatori sostenuti dopo l'arresto, Puddu ha negato con decisione di essersi recato alla Portovesme il 31 marzo e ha opposto un alibi. La Procura però non gli ha creduto e la scelta di negare - malgrado secondo gli investigatori gli elementi di prova lo inchiodino - confermerebbe che quell'incontro con Lolliri è avvenuto e che non è stato un incontro innocente. Ecco perché il pm Caria si prepara a chiedere il giudizio immediato per la presunta corruzione, anche se l'evidenza della prova richiesta per saltare l'udienza preliminare è legata soprattutto agli altri capi d'imputazione: concussione, concussione sessuale, peculato, abuso d'ufficio, induzione e sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale e voto di scambio. A «vestire» queste accuse ci sono le intercettazioni telefoniche, la testimonianza di Valeria Sanna e quella di Valentina Cuccu, confermata nell'incidente probatorio.
Ieri la cancelleria della Procura ha lavorato al riordino dell' ultima tranche delle intercettazioni. Tempo uno-due giorni e il materiale delle indagini sarà pronto per passare all'esame del gip. Giovedì prossimo è in programma l'incidente probatorio in cui il gip Giorgio Altieri nominerà il perito incaricato di trascrivere l'intero brogliaccio delle intercettazioni e probabilmente fisserà un'altra udienza per sentire Sonia Cuccu, tornata in libertà su istanza dell'avvocato Massimiliano Carboni. L'esame della giovane donna è stato chiesto dai difensori di Puddu, gli avvocati Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi.
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