La Nuova Sardegna

“Vicolo cieco” porta i ragazzi ad amare il teatro

di Silvana Porcu

SASSARI. Charles Dickens diceva che la storia di un ragazzo è la migliore che si possa raccontare. A duecento anni dalla nascita dello scrittore britannico, la festa non può che arrivare dai ragazzi:...

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SASSARI. Charles Dickens diceva che la storia di un ragazzo è la migliore che si possa raccontare. A duecento anni dalla nascita dello scrittore britannico, la festa non può che arrivare dai ragazzi: quelli che l’hanno letto e poi raccontato a loro volta, da un piccolo palcoscenico di una città lontana. Venerdì al Liceo Canopoleno è andato in scena «Vicolo Cieco».

Quello che può sembrare semplicemente il saggio di un laboratorio teatrale è in realtà una scommessa molto più ardita: il racconto “No Thoroughfare”, firmato da Dickens con Wilkie Collins e pubblicato nel 1867, non era stato mai portato in scena in Italia. Non solo: non ne esisteva nemmeno una traduzione. Ecco perché il lavoro realizzato da “La botte e il cilindro” è stato più di un semplice corso di teatro.

Grazie all’appoggio dell’assessorato alle Politiche giovanili del Comune e alla collaborazione della facoltà di Lettere dell’università di Sassari – e con il coordinamento di Annamaria Canneddu –, Sante Maurizi e Daniela Cossiga hanno messo insieme le forze. Traduzione e allestimento hanno visto protagonisti gli studenti di tante scuole superiori della città. Più di trenta ragazzi si sono alternati nei ruoli delle donne e degli uomini di questa storia, ambientata nella Londra dei primi dell’Ottocento.

Tutto parte da un orfanotrofio, dove due ragazzi abbandonati vengono cresciuti con lo stesso nome. Anni dopo questo genererà un intreccio di identità nascoste, amori contrastati e viaggi in mezza Europa. Avvolti negli abiti d’epoca, alcuni dei giovani attori tirano fuori una bella grinta, altri sanno dare voce all’ironia tutta britannica. Le scene corali, che legano parti della narrazione, sono a volte imprevedibilmente divertenti, altre significativamente asciutte o ancora meccaniche.

La scommessa era quella di far entrare la letteratura e il teatro nella vita dei più giovani dalla porta principale, puntando a coinvolgere tante realtà di Sassari in un’operazione apparentemente impossibile. L’esplosione di gioia di tutto il cast alla fine dello spettacolo è stata la prova più lampante del lavoro riuscito.

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