La Nuova Sardegna

Tagli record, «no» di Province e Comuni

di Filippo Peretti
Tagli record, «no» di Province e Comuni

La giunta ha approvato la manovra, restituzione dell’Imu a 130mila famiglie, il “Sardex” a 10 mila giovani disoccupati

20 marzo 2013
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CAGLIARI. Restituzione della somma versata per l’Imu alle famiglie con meno di 20 mila euro di reddito, finanziamento di 500 euro a diecimila disoccupati attraverso la moneta virtuale Sardex, recupero di 900 milioni dalla riscrittura «unilaterale» del patto di stabilità. Sono, a dieci mesi dalla campagna elettorale regionale, le fantasiose proposte contenute nella Finanziaria 2013 approvata ieri dalla giunta Cappellacci. Ma non ci sono solo regali. Ne sanno qualcosa le Province e i Comuni che già ieri hanno duramente protestato per il taglio di 50 milioni al fondo unico degli enti locali: «Sarà impossibile – hanno reagito presidenti e sindaci – garantire i servizi ai cittadini».

Via libera. Con quattro mesi di ritardo la giunta regionale ha approvato ieri mattina la Finanziaria 2013: è di 6,2 miliardi di euro, quasi 2 mila in meno del 2012. Il disegno di legge, che in serata era tornato all’esame di alcuni assessori, sarà trasmesso al Consiglio forse già oggi con l’obiettivo di evitare almeno il quarto esercizio provvisorio.

Il patto di stabilità. La riscrittura «unilaterale» da parte della Regione è un’operazione che le opposizioni e i sindacati giudicano «molto pericolosa» perché espone la Sardegna al rischio di perdere ingenti fondi. Secondo Cappellacci è invece un’operazione possibile (consente di recuperare 900 milioni) ed è utile per riaprire il braccio di ferro con lo Stato sia sulla vertenza entrate sia sulla rimodulazione del patto di stabilità.

Il caso Imu. Con 25 dei 900 milioni recuperati, la giunta Cappellacci punta a restituire a 130 mila famiglie sarde quanto versato per l’Imu sulla prima casa. Un’operazione berlusconiana definita «altamente clientelare» dal capogruppo del pd, Giampaolo Diana. Ne avranno diritto le bisognose amiglie con reddito Isee inferiore a 20 mila euro.

Sardex ai disoccupati. Per diecimila giovani c’è la prospettiva di avere 500 euro di finanziamento attraverso la moneta virtuale, uno strumento, però, che è finalizzato allo scambio di serviazi fra imprese. Inoltre per le assunzioni a tempo indeterminato torna il credito d’imposta.

Via Equitalia. Le competenze sulla riscossione, secondo una norma della Finanziaria, passeranno da Equitalia all’Agenzia regionale delle entrate.

Occupazione. La giunta ha deciso di rilanciare l’idea del Piano straordinario per il lavoro, ma, almeno dopo il primo incontro, i sindacati non sono apparsi convinti né per la quantrificazione dell’intervemnto finanziario, né per la qualità della proposta.

Gli enti locali. «Il taglio di 50 milioni di euro al fondo unico per le Province e i Comuni, se confermato, «rappresenterebbe un vero e proprio scippo perpetrato, sia chiaro, a danno dei cittadini prima ancora che alle istituzioni locali». Lo ha detto il presidente del d Consiglio delle Autonomie locali, Gianfranco Ganau. Dopo aver lamentato la mancanza di un confronto preventivo, il sindaco di Sassari ha detto che «la sforbiciata sarebbe una scelta irresponsabile, incomprensibile, dettata solo ed esclusivamente dalla necessità di colpire le istituzioni locali privandole delle risorse necessarie. In pratica la Regione taglia coi soldi degli altri».

«Solo clientela». Fermo il «no» anche di Roberto Deriu, presidente dell’Unione Province sarde: «La giunta taglia i servizi ai cittadini, garantiti dagli enti locali, e procede in modo clientelare, favorisce la spirale delle banche, elargisce ai clientes la mancetta. Il Consiglio regionale deve intervenire immediatamente per portare razionalità a queste proposte che non servono alla Sardegna».

Proposta del Pd. Una legge che rimedi ai ritardati pagamenti alle imprese creditrici da parte della pubblica amministrazione, conseguenza dei meccanismi del patto di stabilità, è stata proposta dal Pd in Consiglio regionale. Prevede, ha spiegato Cesare Moriconi, un’agevolazione dell’accesso al credito. «Basta annunci e promesse – ha detto Moriconi – non c’è più tempo per attendere che Roma, nonostante i proclami, risolva il dramma dei crediti delle nostre imprese».

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