La Nuova Sardegna

Progetto Eleonora sotto esame per 7 ore

di Cristiana Diana
Progetto Eleonora sotto esame per 7 ore

I tecnici lo presentano a mille cittadini: «L’isola non abdichi alle sue risorse». La replica: dubbi e paure

31 maggio 2013
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ARBOREA. Osservazioni tecniche dettagliate, discorsi politici, considerazioni pratiche: in tanti modi diversi la comunità dice no al progetto Eleonora. Anche i bambini hanno saltato la scuola e in compagnia delle mamme hanno invaso la sala. Dopo la presentazione dell’assemblea da parte di Gianluca Cocco, ingegnere del servizio Tutela ambientale della Regione, prendono la parola i tecnici della Saras, l’ingegnere Giuseppe Citterio e il geologo Giulio Casula («l’isola non abdichi alle proprie risorse« ha detto), per presentare il progetto tra i fischi e le urla del pubblico. Poi dalle 12 alle 19 si alternano sul palco cittadini che presentano la propria disapprovazione alla valutazione d’impatto ambientale della Saras.

Giuletta Colusso sottolinea la superficialità dello studio: «Dicono che non ci sono rischi perché la tecnologia che utilizzeranno è nuova e dunque migliore, un’affermazione priva di logica, e i loro tecnici vengono definiti come i migliori, eppure i migliori tecnici del mondo non hanno salvato Fukushima da un disastro – afferma la donna –, ma soprattutto appare la poca importanza che danno al nostro territorio, scrivono che la vegetazione è in parte non autoctona, la pineta artificiale, il paesaggio anonimo, lo stagno semi-naturale in quanto circondato da canali e interessato da attività di pesca. Se considerano così poco il nostro patrimonio cosa ci risarcirebbero se dovessero deturparlo?».

Alessandro Pompianu, geologo, si sofferma su alcuni aspetti dello studio della Saras: «Le falde acquifere sono a rischio con un’attività estrattiva, il monitoraggio di cui parlate è inutile. Una volta avvenuta, la contaminazione non è più reversibile. Inoltre non parlate delle connessioni tra trivellazioni e scosse telluriche, o delle presenza di risorse termali che porterebbero alle emissioni di gas, uno studio del genere non è affidabile».

Sandra Neri, medico radiologo, sottolinea le carenze dello studio in materia sanitaria: «Le competenze mediche di chi ha redatto lo studio non sono affatto rassicuranti, addirittura uno dei firmatari ha chiesto a me ragguagli sul progetto Eleonora dimostrando di non essere affatto informato delle specificità del progetto e sui rischi connessi».

Federico Torresan, allevatore: «Gli allevatori hanno fatto enormi sacrifici mettendo a rischio le proprie aziende per risanare i quantitativi di nitrati presenti nelle acque e nei terreni, dopo tutti questi sforzi perché rischiare di nuovo? Esiste un documento dove affermate che pagherete i danni. E i mancati guadagni degli allevatori?».

Paolo Pinos, allevatore: «Non voglio che i miei figli si facciano la doccia con l’acqua inquinata dalle vostre schifezze e che la bevano le mie mucche». Antonella Cinghialta porge una bottiglia di acqua con balite e soda ai dirigenti Saras: «Voi la berreste?». Franca Mugittu: «Il gas ci dà un economia a tempo, l’agricoltura dura nel tempo». Manuela Pintus, biologa e componente del comitato: «La nostra è una preoccupazione motivata, non un no a prescindere. Dei fluidi di perforazione, per esempio, non dite il CAS number, l’unico che dà reali garanzie sulla tossicità di una sostanza, come fidarci di ciò che dite? Le trivellazioni non si fanno dove abitano le persone». Fuori dal coro Salvatore Canu: «Il vostro latte non ve lo tocca nessuno». La sala esplode con fischi e urla.

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