La Nuova Sardegna

Porto Ferro, aspettando la Grande Onda

di Paolo Curreli
Porto Ferro, aspettando la Grande Onda

I surfisti pronti per il contest estivo. La spiaggia resa celebre da una frase di Matthew MacConaughey nel film Surfer Dude - VIDEO

10 luglio 2013
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PORTO FERRO. Sono là già da qualche settimana i più appassionati, i locals, almeno una trentina dei più assidui. E tutti gli altri attaccati ai socials e ai siti meteo. Un centinaio di surfisti della “comune” di Porto Ferro aspettano la Grande Onda.

I bagnini sono parte integrante della tribù, gli occhi che dicono come stanno andando le onde, aspettando la mareggiata grossa.

Il contest di surf di quest’anno si presenta carico di attese per il popolo della spiaggia che aspetta il “Mercoledì da leoni”. Una gara in cui i giudici daranno i voti seguendo le evoluzioni dei surfisti. Essenziali saranno la durata – a Porto Ferro ci sono record che superano i venti secondi di surfata sull’onda – e le figure eseguite sulla cresta, i tricks, le acrobazie con manovre riconosciute, come lo spettacolare “thube” il passaggio all’interno dell’onda ricadente.

Porto Ferro si conferma come lo spot con le migliori onde del nord ovest. La costa occidentale rimane la più battuta dal maestrale e quindi la più interessante per le lunghe surfate. L’interruzione delle attività nello spot più famoso dell’isola; Capo Mannu nell’Oristanese, ha spostato la tribù più a nord.

Ma il vero assist di immagine per la spiaggia sassarese non viene dall’ente turismo locale ma da Hollywood. Nel film "Surfer Dude" (2008), in cui il surfer protagonista (interpretato da Matthew MacConaughey), accenna ad una esperienza di surf in giro per il mondo, parlando col suo idolo: «I saw footage of you in Sardinia, crushing Porto Ferro, Bro. Man, Killer cutbacks!" «Ho visto un tuo filmato in Sardegna a Porto Ferro, un cutbacks – una manovra sull’onda che cade – meraviglioso ».

Come sia entrata in una sceneggiatura di Hollywood la fantastica baia ancora non si è scoperto. Ma chissà quanti surfisti da tutto il mondo si sono fermati negli anni coi loro pulmini a ridosso della spiaggia. La tavola che viene usata in questi giorni è la shortboard generalmente poco lunga e leggera. Vengono usate da chi cavalca onde grandi, potenti e con pareti quasi verticali. Hanno poca stabilità ma molta maneggevolezza.

Naturalmente il surf è stato, ed è ancora, anche musica. Come un catalizzatore di energie e creatività questa spiaggia ha dato i natali anche a vari gruppi musicali, come quello di Marco – convocato addirittura nella Nazionale del Surf per i mondiali in Sud Africa – il nome del suo gruppo ricorda un loro amico scomparso i "The Bryce" o quello di Giuseppe e i suoi "Apollo Beat", entrambi presenti nel concerto successivo al contest dove parteciperanno anche altre importanti realtà musicali.

Beach Boys dei giorni nostri insomma, per cui stare insieme al tramonto e scivolare sull'acqua è un privilegio che non si compra ma si conquista.

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