La Nuova Sardegna

Strutture del G8, alla Maddalena il disastro accelera

di Serena Lullia
Strutture del G8, alla Maddalena il disastro accelera

Nuovi cedimenti nel main conference, cristalli volati in mare. Crollato il tetto del centro commerciale, danni anche al molo. Per il progettista Boeri senza manutenzione crollerà tutto. La proposta: diventi la sede dell’agenzia europea Forex. Anche Soru all’attacco: «Regione complice» - FOTO

13 ottobre 2013
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LA MADDALENA. Pezzo dopo pezzo cade il simbolo della rinascita dell’isola. Il main conference, il centro congressi di cristallo sospeso sul mare, firmato da Stefano Boeri e costato 52 milioni di euro, continua a cedere sotto le frustate del maestrale. La rete che avvolge l’edificio trasparente in cui i grandi della terra avrebbero dovuto discutere i temi del G8 cade a brandelli. Il vento ha sradicato le strisce in vetro-cristallo di 30 centimetri ciascuna che compongono le geometrie a nido d’ape. Il maestrale schiaffeggia con violenza quel punto dell’isola. Le lamiere finiscono in mare o sul piazzale di granito.

Una vergogna tutta all’italiana. 400 milioni di euro di fondi pubblici destinati a fare grande, per i grandi del mondo, l’isola orfana dell’arsenale e della base americana. Poi il trasferimento del G8 all’Aquila e l’inizio della decadenza. Di quel sogno a 5 stelle oggi non resta nulla. Solo pagine di interviste con cui l’allora numero uno della Protezione civile, Guido Bertolaso, rassicurava l’isola sul suo futuro perché avrebbe conservato le grandi opere fino ad allora costruite. Una eredità fatta di scatole vuote. Uno scandalo che da quattro anni si consuma nel silenzio. L’area dell’ex arsenale resta terra di nessuno. Del polo nautico e alberghiero di lusso promesso dalla politica e dalla Protezione civile non c’è traccia. Un male da cui l’isola prova a guarire ignorandolo o sperando che prima o poi arrivi una cura miracolosa.

All’interno del cubo di cristallo è caduto anche un grosso vetro, mai riparato, alto tre metri e largo uno. Ma i primi cedimenti c’erano già stati nel 2010 quando l’area dell’ex arsenale ospitò il Louis Vuitton trophy. L’ingresso al main conference era stato transennato. Ma questo è solo il disastro più evidente.

L’invecchiamento precoce, aggravato dalla mancata manutenzione, dal vento, dal sale, non ha risparmiato l’edificio che guarda il centro congressi sul mare. Il tetto del centro commerciale, destinato a ospitare negozi, attività artigianali, uffici, è in buona parte volato via. I pali sono arrugginiti. Il vento che vibra attraverso le lamiere emette un suono che fa rabbrividire.

E poi c’è il molo da cui si contempla lo specchio di mare avvelenato e mai bonificato, con tutti i blocchi di granito sbilenchi. Su quelle onde dovevano galleggiare decine di barche e maxy yacht. Da lì sarebbero dovuti arrivare i turisti extra lusso per alloggiare nell’albergo a 5 stelle gestito dalla Mita Resort. La società di Emma Marcegaglia chiede ora 149 milioni di euro di risarcimento danni. Da due anni l’hotel non apre. Il centro benessere con sauna, bagno turco, sala fitness e sala massaggi è un luogo fantasma, tutto coperto da teli bianchi.

Sui lavori per costruire le opere del G8 della Maddalena pesa anche l’inchiesta portata avanti dalla magistratura. Guido Bertolaso, l’ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici Angelo Balducci, l’imprenditore Diego Anemone e altre 15 persone sono state rinviate a giudizio dalla procura di Roma per le presunte irregolarità negli appalti per il G8. Il processo comincerà il 20 gennaio.

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