La Nuova Sardegna

Tre deputati di Sel: che segreti nasconde la base di Poglina?

di Piero Mannironi
Tre deputati di Sel: che segreti nasconde la base di Poglina?

Interrogazione sulle attività nella struttura, vicina ad Alghero, che fu di Gladio. Il dubbio: ci sono legami con il “grande gioco” della Nsa?

04 novembre 2013
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SASSARI. Tre deputati di Sel cercano un grimaldello politico per aprire le porte blindate della servitù militare più segreta in Sardegna, quella della base dei servizi di intelligence a Poglina, vicino ad Alghero. Proprio mentre l'universo oscuro delle “barbe finte” è scosso fino alle fondamenta dalla bufera del Datagate, Michele Piras, Donatella Duranti e Claudio Fava chiedono al ministro della Difesa Mario Mauro di sapere in cosa si è trasformata la struttura nata 50 anni fa con i dollari della Cia per supportare l'organizzazione spionistica Gladio. Anche se il quesito non è esplicito, è del tutto evidente che i tre parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà vogliono capire se Poglina abbia oggi un ruolo nella complessa geografia del sistema di intelligence globale costruito dall'agenzia americana Nsa per tenere sotto controllo anche la vita politica ed economica dei Paesi alleati.

Dubbi legittimati proprio dalle dichiarazioni del grande capo dell'onnipotente Nsa, il generale a quattro stelle Keith Alexander, che nei giorni scorsi ha inquinato il clima politico, insinuando torbidi sospetti e destabilizzando rapporti. La strategia del capo della potentissima agenzia americana di spionaggio è chiara, scaricare tutte le responsabilità sulla politica: «Le richieste di informazioni ci arrivavano dal governo e dal corpo diplomatico». Ma il generale insinua anche un terribile dubbio sulla lealtà alle istituzioni dei servizi segreti dei Paesi alleati: «Non abbiamo raccolto noi le informazioni sui cittadini europei, ma questi dati erano forniti dai nostri partner europei. Cioè dai loro servizi di intelligence». Una conferma esplicita di quanto aveva detto nel giorni scorsi il capo della sicurezza americana, James Crapper: «Se i nostri alleati vanno fino in fondo, potrebbero trovare loro stessi».

L’accusa è stata prontamente respinta dal sottosegretario con delega ai servizi segreti Marco Minniti che ha dichiarato al Copasir: «Garantisco sulla correttezza, lealtà e funzione positiva dell'intelligence italiana».

La verità è che Alexander ha adottato una tecnica collaudata nel mondo delle “barbe finte”, quella della cosiddetta intossicazione: ha cioè lanciato accuse generiche, ma comunque pesantissime, che in qualche modo hanno creato nuovi obiettivi, alleggerendo la pressione sulla Nsa e sul governo americano. Il generale ha cioè aperto un fronte interno nei Paesi alleati, insinuando un clima di sospetto che ha complicato lo scenario e stemperato le responsabilità.

Sta di fatto che nel passato dei nostri servizi segreti ci sono troppi buchi neri, troppi deragliamenti ed episodi inquietanti che hanno dimostrato la sussidiarietà della nostra intelligence a quella americana. L’ultimo, clamoroso, è per esempio il rapimento dell’imam Abu Omar a Milano. E proprio per questo motivo le parole di Alexander hanno trovato terreno fertile per far crescere il sospetto che nelle sue parole si possano nascondere inconfessabili verità.

In questo scenario e in questo clima ecco quindi l'interrogazione presentata dai deputati di Sel Michele Piras, Donatella Duranti (entrambi membri della Commissione Difesa) e Claudio Fava (membro del Copasir) sulla base dei servizi segreti italiani di Poglina.

Costruita tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta con fondi della Cia, la storia di Poglina è intimamente legata alle vicende dell'organizzazione supersegreta Gladio. Insomma, un bastione invisibile dell'atlantismo in funzione anticomunista.

Oggi l’interrogazione dei parlamentari di Sel tende a penetrare nei segreti di Poglina soprattutto per capire se la base sulla costa a sud di Alghero sia ancora in qualche modo nell’orbita americana e possa avere quindi un ruolo nel “grande gioco” messo in piedi dall’intelligence statunitense. Non a caso il primo quesito posto da Piras, Duranti e Fava è quello di conoscere «quali attività vengono attualmnte svolte all’interno della base di Poglina».

I parlamentari di Sel vogliono andare oltre le poche notizie ufficiali di quello che oggi si chiama “Centro addestramento guastatori” (Cag). Ufficialmente, infatti, a Poglina ha sede uno dei cinque distaccamenti operativi del Rud (Raggruppamenti unità difesa). Gli altri sono a Cerveteri, Oristano, Lecce e San Donà di Piave, mentre la sede centrale è a Roma, a Forte Braschi.

Il Rud ufficialmente ha il compito di occuparsi della vigilanza, della difesa e della logistica delle installazioni militari appartenenti ai servizi segreti. Se dunque è certo che a Poglina c’è un distaccamento del Rud, è invece un segreto che cosa sorveglia questo apparato interforze: l’addestramento dei nostri 007, i corsi di specializzazione di “barbe finte” dei Paesi alleati oppure un’attività di intercettazione e raccolta dati?

Quest’ultimo quesito ha una sua sostanza politica perché la Nsa ha un ruolo di primo piano nel sistema di comunicazione e spionaggio satellitare Muos (Mobile User Objective System) che ha in Sicilia una delle sue quattro basi terrestri. E precisamente a Niscemi-Sigonella. Un fatto, questo, che implica un rapporto molto stretto tra l’onnipotente agenzia spionistica americana e la nostra intelligence.

I deputati di Sel pongono altri tre quesiti al ministro Mario Mauro: 1) quali attività di addestramento si siano svolte a Poglina dal 1955 a oggi; 2) quali notizie ufficiali si hanno della presenza ad Alghero di Abdel Salam Jallud, capo dei servizi segreti di Gheddafi; 3) quali motivi di pubblica utilità e difesa spingono lo Stato a mantenere in attività la base di Alghero in un territorio immerso nel verde, per il quale verrà richiesto il riconoscimento di patrimonio dell’Unesco.

La parola passa ora al ministro Mauro, in queste settimane al centro di violente polemiche per la sua difesa del discusso super cacciabombardiere F35 e della commessa miliardaria alla Loockheed Martin.

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