La Nuova Sardegna

Mutui e guai, le banche sono sotto tiro

di Pier Giorgio Pinna
Mutui e guai, le banche sono sotto tiro

Tanti clienti pronti a intentare una valanga di cause nell’isola dopo la maxi-multa agli istituti di credito internazionali

26 gennaio 2014
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SASSARI. Uno spettro si aggira tra migliaia di clienti delle banche sarde. È il fantasma nato con il maxi-raggiro su Euribor e Libor sanzionato dall’Antitrust Ue. Intervento su scala internazionale, con una multa da guinness. La commissione europea ha scoperto un “cartello” tra grandi istituti per truccare i tassi sui mutui variabili. E adesso nell’isola i clienti finiti nel meccanismo che ha stritolato milioni di persone in tutto il Vecchio Continente attendono risarcimenti adeguati. Tanto da cominciare a dar vita ad azioni per il recupero dei soldi pagati in più. Una morsa a tenaglia per costringere a restituire il maltolto chi ha messo a punto questi metodi scorretti e alterato il corretto andamento del mercato: né più né meno come si fa con i ladri che ti svaligiano la casa e poi, una volta beccati, devono riconsegnare il bottino.

Provvedimenti estesi a tutti. Che cosa hanno fatto gli uomini del cartello è presto detto. Prima si sono destreggiati nel taroccare i tassi a breve dell’euro. Poi hanno raggiunto un accordo sotterraneo per districarsi al meglio tra le tempeste dei “derivati”. Alla fine, tra il 2005 e il 2008, con effetti che si trascinano sino a oggi, hanno manipolato i parametri di riferimento per Euribor e Libor. Tutto per raggiungere quel che un penalista definirebbe “un ingiusto profitto”. A pagare sono stati gli ignari clienti. Che hanno versato molto più del dovuto per le rate dei mutui a tasso variabile, destinati così a impennarsi già prima della grande crisi del 2008-2009. Da qui l’iniziale multa da 1,7 miliardi dell’Antitrust, in seguito ridotta ad “appena” uno.

L’Adusbef. Ma oggi è arrivato il momento della resa dei conti anche in favore degli utenti. I quali nell’isola stanno organizzandosi per promuovere cause a ripetizione. Già, perché – come sottolineano all’Adusbef – l’erroneità della quotazione Euribor non ha come conseguenza la nullità dei contratti. Spetterà ai giudici, una volta accertata la situazione, stabilire l’entità del risarcimenti dei danni.

Gli utenti sardi. Secondo l’Adusbef, comunque, il corretto valore dell’Euribor non può essere ricostruito a posteriori. I clienti delle banche in queste settimane ricordano a ogni modo molto bene un elemento sottolineato ancora dall’Associazione dei consumatori e degli utenti bancari sardi. E cioè che, dopo l’incrinarsi del “cartello”, dal maggio 2008 la quotazione dei tassi Euribor non è calata con quella rapidità che ci si sarebbe aspettato: «E tutto questo perché anche gli operatori onesti hanno involontariamente fatto segnalazioni drogate dall’aumento dell’Euribor, e solo dopo un anno circa le quotazioni sono tornate a livelli di normalità».

La rivalsa. Quel che interessa i clienti sardi danneggiati, d’altra parte, è valutare su quanti e su quali indennizzi potranno avere diritto. Un aspetto della complicata faccenda è infatti chiaro sul piano giuridico. L’illegalità di fondo, sebbene circoscritta ai sei istituti internazionali messi sotto accusa, darebbe l’opportunità a tutti i privati cittadini, alle famiglie e alle società di fare cause alle banche. Il riferimento è in particolare a coloro che hanno sottoscritto in quel periodo finanziamenti o leasing correlati ai tassi variabili manipolati . Un diritto che si estende al di là della cerchia degli istituti multati – a detta delle associazioni a tutela dei consumatori – per un ultimo aspetto allarmante venuto a crearsi nella catena creata da chi ha adulterato il mercato. E cioè il fatto che l’applicazione dei dati truccati è stata poi naturalmente garantita, via via, su scala territoriale. Sino a estendersi a tutte le regioni, Sardegna compresa.

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