La Nuova Sardegna

da Nietzsche alla musica d’autore

È morto a 89 anni Manlio Sgalambro, il filosofo che ha scritto per Battiato

ROMA. Manlio Sgalambro rivendicava con orgoglio di essere giunto alla maturità dopo «una sconfinata giovinezza» e con un percorso lontano dal mondo accademico. Non solo. Quando si iscrisse all'univer...

07 marzo 2014
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ROMA. Manlio Sgalambro rivendicava con orgoglio di essere giunto alla maturità dopo «una sconfinata giovinezza» e con un percorso lontano dal mondo accademico. Non solo. Quando si iscrisse all'università, con grande saggezza, non lo fece a filosofia «perché – spiegava in un'intervista con grande senso critico – la coltivavo già autonomamente. Mi piaceva il diritto penale e per questo scelsi la facoltà di Giurisprudenza». Insomma per questo autore, morto ieri a Catania a 89 anni, amante della cultura irrazionale e vicino, nello spirito e nella scrittura, a Cioran come a Friedrich Nietzsche, non ci sono percorsi didattici tradizionali, la cultura e il sapere sono tutti nella vita, nelle sue pieghe, dentro la propria personale esperienza. Nato a Lentini il 9 dicembre 1924, nonostante questa idiosincrasia verso la cultura istituzionale, Sgalambro diventa, quasi contro al sua stessa volontà, filosofo, scrittore, poeta, paroliere e cantautore grazie all'incontro con Franco Battiato.

Teorico della centralità del pensiero, dell'impegno morale, che è per l'uomo l'unica bussola nei mari burrascosi della contemporaneità, Sgalambro rifiuta le soluzioni preconfezionate della filosofia e indaga gli spazi dell'intelletto esplorando le contaminazioni dell'anima razionale. Insomma colloca il suo pensiero nelle nicchie del disincanto nichilistico, affidando le sue incerte e disincantate “verita” agli aforismi. Nel 1959 pubblica il saggio “Crepuscolo e notte” sulla rivista “Incidenze” fondata da Antonio Corsano. Diventa poi collaboratore di “Tempo presente” di Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte. Negli anni Sessanta cominciano per lui le difficoltà economiche. L'agrumeto di famiglia, ereditato alla morte del padre, non gli basta più. A maggior ragione dal 1963, anno in cui si sposa all’età di 39 anni. Si adatta così a fare un po’ di tutto, anche il cameriere. Poi comincia a compilare tesi di laurea e insegna come supplente nelle scuole.

Nel 1994 inizia la sua ventennale collaborazione con Franco Battiato, che gli dà quella popolarità a cui non era certo abituato. Per lui scrive libretti d'opera, testi di canzoni (tra cui le parole stupende de “La cura”) e sceneggiature per film. Tra gli album firmati insieme, “L'ombrello e la macchina da cucire”, “Gommalacca”, “Ferro battuto”, “Dieci stratagemmi”, “Il vuoto”, “Apriti sesamo”, “L'imboscata” .

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