La Nuova Sardegna

Risolto il mistero delle «pecore nere», fu un’esplosione nella centrale di Ottana

di Valeria Gianoglio
Risolto il mistero delle «pecore nere», fu un’esplosione nella centrale di Ottana

I periti: un anno fa dalla centrale elettrica fuoriuscì una nube di carbone, finendo nelle campagne di Noragugume. Forte aumento di pressione dovuto ai residui non rimossi da una caldaia - FOTO
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11 maggio 2014
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OTTANA. Tutta colpa, scrivono i consulenti della Procura, della mancata manutenzione di una parte della centrale elettrica di Ottana, gestita da Ottana Energia. Tutta colpa della carenza di pulizia straordinaria di una centrale, la caldaia G200. Una «inottemperanza» fatale, dicono gli esperti, «che può avere comportato o aggravato il malfunzionamento dei sistemi di alimentazione del combustibile o del comburente, per via delle incrostazioni o dei residui presenti nella centrale G200 e non rimossi». Residui di carbone fluido, in gergo CWF.

FOTO Le immagini delle pecore imbrattate dalla polvere di carbone

Il boato. Ecco perché, poco dopo le 23 del 14 aprile 2013, gli abitanti di Ottana furono buttati giù dal letto da un violento boato, una esplosione fragorosa che fece tremare i vetri delle case e che sembrava provenire dalla vicina zona industriale. Ecco perché, a poco più di due chilometri di distanza, in un’area di circa 200 ettari nelle campagne di Noragugume, una nube nera di sostanze inquinanti, quella notte, si è depositata come un pesante manto funesto su animali, alberi, fogliame. E l’indomani mattina un mucchio di pastori ha pensato di trovarsi di fronte a un tristissimo scherzo del destino: centinaia di pecore nere.

Mancata manutenzione. Secondo i tre esperti di parte, dunque, sarebbe stata la «mancata manutenzione e controllo» di una parte della centrale, a causare, la notte del 14 aprile 2013, il fenomeno delle pecore nere. A provarlo, dicono, c’è anche il fatto che «i residui carboniosi ritrovati a seguito dell’esplosione nel territorio di Noragugume», sono residui di carbone liquido, ovvero CWF. Lo stesso carbone liquido che la centrale stava sperimentando nella caldaia G200.

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