La lezione di Hiroaki Miyayama
L’artista a Sassari per la mostra “Splendori dal Giappone”
di Fabio Canessa
SASSARI
A due settimane dall'inaugurazione della mostra "Splendori dal Giappone", è arrivato a Sassari Hiroaki Miyayama, la cui opera è una parte importante dell'esposizione visitabile alla Frumentaria fino al 30 giugno (dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20). Se i meravigliosi oggetti del periodo Edo, come uno splendido soprabito da cerimonia ricamato in oro, argento e seta, documentano la grande fortuna che il “Genji monogatari” ebbe in passato, le incisioni di Miyayama portano un altro sguardo all'interno della suggestione visiva di quest’opera millenaria, romanzo fondante della letteratura giapponese, che costituisce il tema della mostra organizzata dal Comune di Sassari con l’Associazione Tabularasa.
L'artista giapponese, dopo una lezione con gli studenti dell'Accademia di Belle Arti, sabato scorso è stato protagonista di un incontro pubblico proprio alla Frumentaria dove ha mostrato le sue tecniche di lavoro, il cui risultato finale si può apprezzare nelle cinquantacinque calcografie che costituiscono numericamente la parte principale dell'esposizione curata dalla storica dell’arte Caterina Virdis Limentani.
Nato a Tokyo nel 1955, Miyayama ha studiato all’Università Tsukuba e ha lavorato ed esposto in molte città dell’Asia e dell’Europa. È presidente del Print Studio Utsushi e rappresentante della Printsaurus International Print Exchange Association del Giappone, la cui poetica è basata sul recupero e la riappropriazione di saperi secolari nella realizzazione delle stampe e sull’accentuazione del valore intrinseco della rappresentazione nella ricerca della bellezza assoluta. Bellezza che unita alla natura muove la visione dell’artista che ha tradotto in significative, raffinate immagini floreali e femminili spunti del romanzo, un grande classico della letteratura giapponese e mondiale. Tutto viene evocato con un taglio particolare: parti del corpo, rami, fiori, sono rappresentati come se fossero “spiati”. Un gioco di vedo e non vedo, che coinvolge chi guarda le opere in una sorta di voyeurismo.
Il corpo, per esempio, compare per piccoli scorci che rendono riconoscibili gambe, mani o braccia come spiate da postazioni segrete. Più che nell’esposizione del corpo si avverte, nelle accurate descrizioni che contraddistinguono il romanzo scritto da Murasaki Shikibu ma anche in molte opere di artisti che si ispirarono successivamente al libro, le sagome dietro i paraventi o il fruscio delle meravigliose vesti. Un fascino, una bellezza che si unisce a quel senso di malinconia, commozione, senso di fugacità insito nella cultura giapponese. Miyayama dedica in totale a vari passaggi del "Genji monogatari" cinquantacinque calcografie. L’effetto quasi da trompe-l’oeil, comporta una tecnica vertiginosa, che prevede l’ottenimento di ogni singolo colore mediante il passaggio di cinque diverse lastre. Il fondo oro su carta preparata a colla è eseguito in un secondo momento, “ritagliando” con contorni impercettibili le immagini già presenti sul foglio.