La Nuova Sardegna

L’accusato, confuso tra la folla, ha studiato il lavoro dei Ris

L’accusato, confuso tra la folla, ha studiato il lavoro dei Ris

Tempio, domenica mattina Angelo Frigeri era davanti alla casa della strage dove i carabinieri cercavano tracce dell’assassino

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TEMPIO. Nascosto tra la folla, come uno dei tanti curiosi. Angelo Frigeri il giorno dopo il triplice omicidio era tornato sul luogo del delitto. Domenica mattina era in via Villamarina. Guardava le macchine dei carabinieri arrivare, moltiplicarsi nella via. Telecamere, flash, forze dell’ordine, attrezzature e strumenti per le rilevazioni scientifiche.

Qualche ora per capire che quell’omicidio era diventato un caso nazionale di cronaca. Uno dei fatti dei quali si sarebbe parlato in tutti i telegiornali, dalla mattina sino alla tarda serata, così come nei giorni successivi alla scoperta del massacro.

L’accusato – come mostra la foto pubblicata a lato - è rimasto a lungo a osservare i Ris dei carabinieri al lavoro. Con le loro tute bianche gli specialisti dell’Arma inondavano di luminol le stanze dell’appartamento in cui è avvenuta la mattanza. Rilevavano le impronte nelle maniglie delle porte. Passavano al setaccio il negozio alla ricerca di indizi.

E Frigeri, spettatore interessato, nel frattempo osservava i carabinieri. Nell’immagine che lo ritrae in strada, pantaloni bianchi e giacca blu, ai piedi un paio di Hogan, si vede distintamente come guardi fisso i militari arrivati in forze per passare al setaccio la scena del crimine. Difficile da capire il perché. Se preoccupato o compiaciuto.

Comunque solo poche ore dopo è finito in caserma. E ci è rimasto fino a quando il magistrato inquirente si è convinto di avere a disposizione abbastanza elementi per disporre il fermo.

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