La Nuova Sardegna

In tanti traditi dal voto disgiunto

di Vincenzo Garofalo
In tanti traditi dal voto disgiunto

I presidenti di seggio: «L’errore più frequente? Le croci su due liste differenti»

27 maggio 2014
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SASSARI. Traditi dal voto disgiunto. Fra i cumuli di schede nulle, l’errore più frequente che ha reso vano il voto di una fetta di elettori sassaresi è legato al cosiddetto “voto disgiunto”, ossia la possibilità offerta dalla legge elettorale di esprimere la preferenza per un candidato sindaco e contemporaneamente per una lista collegata a un altro schieramento.

Curiosando da una sezione all’altra della fitta rete elettorale comunale, le analisi dei presidenti di seggio concordano: i sassaresi non hanno recepito bene come funziona il voto separato. L’errore più ricorrente è quello di crociare due liste differenti, anziché, come consentito dalle norme, votare eventualmente per un sindaco e per una lista (anche con relativa preferenza) non collegata al candidato scelto. Non mancano gli errori classici di ogni tornata elettorale come nomi incomprensibili, oltre la buona volontà degli scrutatori e perfino dei rappresentanti di lista o preferenze ai canditati scritte al fianco della lista sbagliata. Tutti casi in cui arrivare a stabilire quale fosse la volontà di voto dell’elettore è davvero impossibile, e quindi la scheda deve essere considerata nulla. Con questi e mille altri dilemmi burocratici e amministrativi si è scontrato l’esercito di scrutatori e presidenti di seggio chiamati a registrare il voto con cui i sassaresi hanno scelto il sindaco e il nuovo consiglio comunale.

Uno scrutinio maratona iniziato domenica alle 23, immediatamente dopo la chiusura dei seggi, con lo spoglio delle schede per le elezioni europee, e ripreso dopo qualche meritata ora di sonno e di riposo, ieri alle 14 per esaminare il voto delle comunali, il più complicato.

Nella pratica ogni presidente di seggio organizza i lavori dello spoglio nella maniera che ritiene più efficiente, sempre nel rispetto delle indicazioni di legge e salvaguardando quello che è l’aspetto più importante delle elezioni: il voto espresso dagli elettori. Così può succedere che in una delle sezioni cittadine, un’ora dopo l’inizio dello spoglio sembra regnare il caos più totale.

Invece tutto funziona alla perfezione. Nonostante il caldo asfissiante, il nugolo di rappresentanti di lista che accerchia gli scrutatori, le centinaia di schede elettorali appoggiate in piccoli gruppetti in ogni angolo dell’aula scolastica prestata alle elezioni, tutto è sotto controllo. A iniziare proprio dall’aspetto più importante: cifre e dati. Sui banchi uniti a formare un lungo tavolo da lavoro è steso il cartellone, strappato dalle pareti del corridoio, con tutte le liste e i nomi dei candidati elencati uno per uno. Accanto a nomi e simboli c’è una miriade di crocette, pallini, stelline, che indicano i voti di preferenza, ai sindaci, alle liste. Presidente e scrutatori contano le schede, ricontrollano i voti, le schede nulle e quelle bianche. I conti quadrano alla perfezione, e mentre uno scrutatore viene inviato dai colleghi in missione speciale (acquisto di cibo e bevande), la sezione elettorale n° 46 nella scuola elementare di via Savoia, ha concluso il conto e la verifica dei voti. E sono solo le 17. Certo ora c’è la parte più noiosa: trascrivere i dati sui verbali. Ma il più è fatto. E vuoi mettere la soddisfazione di avere i risultati prima dei seggi vicini?

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