La Nuova Sardegna

Lingua blu, 28 milioni per gli allevatori

di Alfredo Franchini
Lingua blu, 28 milioni per gli allevatori

Pigliaru: «È l’ultima volta, servono interventi definitivi». Metanodotto, la giunta tratta col governo

28 maggio 2014
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CAGLIARI. Per aiutare gli allevatori danneggiati dall’epidemia di lingua blu, la Regione mette 33 milioni ma lo fa con riserva. Con la cassa della Regione in rosso, è stato deciso che i 33 milioni di euro, (28 milioni per gli allevatori e 5 milioni per i consorzi di difesa a fronte dei premi assicurativi), rimarranno in stand by fino a quando non verrà sbloccata la vertenza con lo Stato sui limiti del patto di stabilità.

La necessità di gestire l’emergenza blue tongue è stata riportata al centro del dibattito politico da una mozione presentata da Efisio Arbau che è stata condivisa da tutti e votata all’unanimità, sia pure con posizioni differenti. È stato il presidente della giunta, Pigliaru, a richiamare i partiti all’assunzione di responsabilità: «Prendiamo atto che il Consiglio ritiene che questa emergenza sia importante», ha detto, «ma dobbiamo dire che questo intervento non risolve il problema, servono interventi strutturali. La giunta si impegna ad aggredire il problema e spero che questo disegno di legge sia l’ultimo di questa natura. Spostare risorse dagli investimenti alla spesa corrente può andare bene una volta ma sarebbe drammatico continuare». In sostanza, ha spiegato Pigliaru, le emergenze dell’isola sono diverse ma solo quando sarà chiaro il nuovo tetto del Patto di stabilità si potrà stilare un’agenda con l’ordine gerarchico delle priorità.

Che l’intervento fosse obbligato si è capito dalla relazione di Efisio Arbau che ha illustrato il crollo della pastorizia: «L’enorme numero di animali morti, 103.265 capi alla fine del 2013, 5593 focolai attivi e 286.828 animali già colpiti dalla blue tongue, dimostrano che i 10 milioni di euro stanziati per gli indennizzi agli allevatori sono insufficienti».

Roberto Deriu ha ricordato che il problema si presenta uguale da dieci anni a questa parte: «Qual è la via di fuga»? ha chiesto Deriu, «oggi votiamo questo provvedimento ma la coscienza non è a posto così». Per Luigi Lotto si devono ricreare le condizioni per ridare fiato a una categoria essenziale: «Il tema deve essere come fare per non ritrovarsi più in questa situazione». Tutti gli interventi hanno seguito questa linea, con molte differenze: Emilio Usula ha ricordato che i vaccini sono arrivati quando l’epidemia era già in atto; Piermario Manca: «La strada non è quella di rimborsare i danni. Meglio sfruttare il Piano di sviluppo rurarle». Antonio Solinas: «Cosa si è fatto per i vaccini? Nulla, in tutte le Asl». Per Luigi Crisponi si deve ripartire dal ruolo centrale dei veterinari mentre l’ex assessore Oscar Cherchi ha detto che «le risorse devono essere certe e arrivare al più presto agli allevatori». Il dibattito si è chiuso con gli interventi di Daniele Cocco che ha posto il problema del’Agenzia Laore, di Gianluigi Rubiu: «Fra pochi mesi ci troveremo a discutere delle stesse cose» e di Modesto Fenu: «Non bisogna illudere gli allevatori ormai stremati». Il Consiglio, prima di aggiornare i lavori a stamani, ha discusso due mozioni sul problema metano, illustrate da Paolo Truzzu e Michele Cossa. Alla fine le due mozioni sono state ritirate ed è stato approvato un ordine del giorno unitario che impegna la giunta a proseguire il pressing sul governo per rimediare alla grave ingiustizia: la Sardegna è l’unica regione d’Italia a non disporre del metano. La contrattazione col governo dovrà riguardare anche i finanziamenti per la rete interna; la scelta su come portare il metano nell’isola, però, dovrà farla la Regione.

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