La Nuova Sardegna

«Troppi soldi a show, sagre e sport»

di Mauro Lissia
«Troppi soldi a show, sagre e sport»

I magistrati convocano assessore e direttore di Sardegna Promozione: i dubbi su spese ed efficacia degli investimenti

28 maggio 2014
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CAGLIARI. Sardegna Promozione sponsorizza le società sportive sarde violando la legge. Non solo: manca qualsiasi verifica sui risultati degli investimenti, che a parte i grossi club di calcio e basket vengono distribuiti a pioggia, senza badare al peso turistico dell’iniziativa. Solo nel 2013 l’agenzia costituita dalla Regione per rimpiazzare l’Esit e le vecchie aziende di soggiorno ha messo in campo 15 milioni di euro ma non c’è traccia concreta di un qualche rientro.

Il reality. Stavolta non sono i giornali ma è la sezione di controllo della Corte dei Conti ad avanzare interrogativi sulla gestione dell’agenzia divenuta celebre per i 950 mila euro «investiti» nel reality show Sweet Sardinia, andato in onda nella rete Mediaset La5 con risultati d’ascolto desolanti. Conclusa la corposa indagine sugli esercizi 2008-2010, dove i magistrati contabili hanno passato in rassegna imbarazzanti spese pubbliche rimaste inspiegate, la Corte dei Conti ha chiamato in adunanza pubblica l’incolpevole neo-assessore al turismo Francesco Morandi e il direttore centrale Mariano Mariani perchè chiarissero l’utilità delle iniziative pagate coi soldi dei contribuenti e i criteri di scelta. Partendo da un aggiornamento dello stato di Sardegna Promozione che il giudice Valeria Mistretta ha illustrato con toni pacati ma senza lesinare le valutazioni critiche. Al centro dell’indagine sono le sponsorizzazioni sportive, vietate dalla legge.

Sponsorizzazioni. E’ stata la presidente della sezione di controllo Annamaria Carbone Prosperetti a riconoscere come le norme non siano chiarissime, ma la collega Mistretta ha confermato gli interrogativi sui quali sta lavorando la Procura ordinaria, che indaga sull’agenzia regionale: ammesso che Cagliari calcio e Dinamo Sassari, le due società-guida dello sport professionistico isolano, rappresentino un veicolo pubblicitario importante per l’immagine della Sardegna, non si spiega la raffica di omaggi («la cifra è sempre la stessa - ha osservato il giudice - cinquemila euro») che l’agenzia ha distribuito per finanziare sagre, tornei sportivi, fino al minicampionato di calcetto dei vigili del fuoco: «Come è stato valutato il ritorno pubblicitario di queste manifestazioni?» ha chiesto il magistrato.

La Regione. Se l’assessore Morandi ha affrontato il problema in termini generali («sono assessore dal 14 marzo...») il direttore centrale Mariani ha spiegato che l’obbiettivo degli aiuti alle società sportive è legato alla destagionalizzazione dei flussi turistici, come dire portare turisti in Sardegna al di fuori dei mesi canonici dell’estate: «Sappiamo bene di non poter fare sponsorizzazioni - ha detto Mariani, rispondendo alle contestazioni della Corte - infatti ci limitiamo a promuovere la Sardegna attraverso soggetti esterni. La scelta dei soggetti non la fa l’agenzia, ma la politica».

Scelte politiche. Negli ultimi quattro anni quindi sarebbe stata la giunta Cappellacci a metter mano al portafogli pubblico per distribuire denaro in ogni angolo dell’isola: «L’agenzia - ha ribadito Mariani, scaricando ogni responsabilità - non può che dare corso alle scelte». Ma chiunque abbia scelto, la sostanza resta immutata: il giudice Mistretta ha affermato con chiarezza che manca all’appello qualsiasi verifica sui risultati dell’investimento. Come dire: sembra già troppo chiamare investimento la sequenza di finanziamenti destinati a progetti a volte risibili: a parte il caso limite di Sweet Sardinia, l’agenzia regionale è stata capace di canalizzare denaro pubblico su manifestazioni ai confini del ridicolo, per le quali la Corte dei Conti ha chiede spiegazioni fin dal 2008 senza ottenerle.

I numeri. Mariani ha chiarito, senza suscitare l’entusiasmo dei magistrati contabili, che questa pletora di manifestazioni paesane e stracittadine serve a «promuovere l’identità, la storia e le tradizioni dell’isola per attrarre turismo fuori stagione». Secondo il dirigente i numeri avrebbero confermato la validità degli investimenti: delle 800 mila presenze turistiche in più – dati 2013 - almeno 100 mila sarebbero legate a questi eventi. C’è poi il tema del personale: a luglio del 2008 - a leggere la prima relazione della sezione di controllo - risultavano a libro paga 68 dipendenti. Eppure per istruire le pratiche di contributo il direttore Mariani ha sentito la necessità di affidare le valutazioni a una società esterna.

I risultati. Il risultato - a leggere la relazione del controllo - è che non si trova spesso corrispondenza tra l’obbiettivo del progetto finanziato e quanto viene in realtà fatto per realizzarlo. Insomma: si spende a vuoto, forse mirando al risultato politico-elettorale. Significativa è stata la sintesi finale del presidente Carbone, che ha suonato come richiamo alla politica: «Serve vigilanza “per step” - ha detto il magistrato, rivolgendosi direttamente all’assessore Morandi e a Mariani - in ogni singolo intervento, altrimenti i dubbi vengono fuori. Speriamo che il nuovo governo regionale applichi criteri più precisi nelle scelte e nelle valutazioni».

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