Una lunga scia di avvertimenti alla famiglia
Nel 2011 uccisi quattro cavalli, qualche mese prima un altro attentato al maneggio gestito dal figlio
LULA. I Cabua erano già finiti nel mirino di misteriosi nemici alcuni anni fa. Nel settembre 2011, quattro loro cavalli erano stati uccisi a fucilate. Due colpi per ogni cavallo. E qualche mese prima un altro dei cavalli del maneggio era stato strangolato e accanto era stato lasciato un messaggio inequivocabile: due cartucce di fucile, inesplose. Quelle pallottole poi utilizzate per ammazzare gli altri cavalli a settembre.
Nel mirino Pietro Cabua, figlio di Giovanni raggiunto ieri dalle fucilate, giovane imprenditore che a Lula ha investito i suoi risparmi in un maneggio. La mattanza era stata fatta a «Gutturu scurosu», dove ieri è stato sparato Giovanni. Otto fucilate. Due per ogni puledro. Tre cavalli erano morti sul colpo sotto la pioggia dei pallettoni. Il quarto era stato trovato moribondo dal padrone e abbattuto dal veterinario.
A trovare i cavalli morti era stato proprio Pietro Cabua quand’era andato in campagna per accudirli. Impietrito e addolorato, Pietro Cabua si era accasciato e li aveva accarezzati. Solo uno respirava ancora. E così l'allevatore aveva chiamato aiuto: prima il veterinario, poi i parenti e poco dopo la denuncia alla stazione dei carabinieri.
Un messaggio pesantissimo. Ma da quel momento, la situazione era ritornata alla normalità, anche se i Cabua qualche preoccupazione ce l’avevano. E non avevano mai allentato l’attenzione. Ma certamente non avrebbero mai potuto pensare di poter finire loro nel mirino dopo i cavalli. E adesso a Lula la situazione è diventata davvero pesante.