La Nuova Sardegna

Una lunga scia di avvertimenti alla famiglia

Una lunga scia di avvertimenti alla famiglia

Nel 2011 uccisi quattro cavalli, qualche mese prima un altro attentato al maneggio gestito dal figlio

05 giugno 2014
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LULA. I Cabua erano già finiti nel mirino di misteriosi nemici alcuni anni fa. Nel settembre 2011, quattro loro cavalli erano stati uccisi a fucilate. Due colpi per ogni cavallo. E qualche mese prima un altro dei cavalli del maneggio era stato strangolato e accanto era stato lasciato un messaggio inequivocabile: due cartucce di fucile, inesplose. Quelle pallottole poi utilizzate per ammazzare gli altri cavalli a settembre.

Nel mirino Pietro Cabua, figlio di Giovanni raggiunto ieri dalle fucilate, giovane imprenditore che a Lula ha investito i suoi risparmi in un maneggio. La mattanza era stata fatta a «Gutturu scurosu», dove ieri è stato sparato Giovanni. Otto fucilate. Due per ogni puledro. Tre cavalli erano morti sul colpo sotto la pioggia dei pallettoni. Il quarto era stato trovato moribondo dal padrone e abbattuto dal veterinario.

A trovare i cavalli morti era stato proprio Pietro Cabua quand’era andato in campagna per accudirli. Impietrito e addolorato, Pietro Cabua si era accasciato e li aveva accarezzati. Solo uno respirava ancora. E così l'allevatore aveva chiamato aiuto: prima il veterinario, poi i parenti e poco dopo la denuncia alla stazione dei carabinieri.

Un messaggio pesantissimo. Ma da quel momento, la situazione era ritornata alla normalità, anche se i Cabua qualche preoccupazione ce l’avevano. E non avevano mai allentato l’attenzione. Ma certamente non avrebbero mai potuto pensare di poter finire loro nel mirino dopo i cavalli. E adesso a Lula la situazione è diventata davvero pesante.

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