La Nuova Sardegna

Spending review regionale: addio anche alla Conservatoria delle coste

Spending review regionale: addio anche alla Conservatoria delle coste

Forza Italia polemizza: «Solita lottizzazione». Scettici gli ambientalisti

15 giugno 2014
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CAGLIARI. La scure di Pigliaru si abbatte sulle agenzie regionali. Anche se a crearle era stata la giunta di Renato Soru, di cui l'attuale governatore faceva parte. Altri tempi. Oggi la crisi costringe la politica a ritornare sui suoi passi e in nome della spending review a tagliare tutte quelle spese che sembrano inutili. E così due giorni fa la giunta regionale ha firmato la nomina di una serie di commissari che, in alcuni casi, dovranno guidare l'ente fino alla liquidazione.

È il caso di Sardegna promozione, istituita da Soru nel 2006 con lo scopo di favorire i flussi turistici verso l'isola, che, in attesa di essere assorbita dall'assessorato al Turismo, è stata affidata a Francesca Murru.

È poi il caso della Conservatoria delle coste, anch'essa voluta da Soru, che aveva preso ispirazione dal francese Conservatoir du littoral come strumento di maggiore tutela delle coste isolane. Sette anni dopo, sempre in nome della spending review, la giunta ha deciso che la Conservatoria perderà la sua autonomia e diventerà un servizio interno all'assessorato all'Ambiente. A guidarla, in quest'ultima fase della sua esistenza, sarà il commissario Giorgio Cicalò, che lascia così il timone della Protezione civile isolana.

La ricetta economica di Pigliaru non piace all’opposizione. «La decisione di tagliare nasconde la volontà di lottizzare ogni angolo dell’amministrazione – attacca il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis –. Se la maggioranza stenta a trovare un orientamento univoco sui problemi più gravi dell’isola, viene tenuta compatta da una scientifica operazione da manuale Cencelli della politica». Parole che collimano con quelle del collega Antonello Peru. «È solo un blitz maldestro per far quadrare i conti delle poltrone nella maggioranza e non certo delle casse pubbliche – tuona il vice presidente del Consiglio regionale –. I commissariamenti, lo spostamento di personale, il versamento delle somme dovute a chi cesserà dall'incarico e a chi subentrerà faranno salire le spese. Il siluramento del direttore Alessio Satta rischia di mettere a repentaglio i progetti virtuosi per l'Asinara, risvegliando le mire dei fautori della riapertura del carcere».

Contro la soppressione della Conservatoria si schiera anche Stefano Deliperi, presidente del Gruppo d’intervento giuridico. «Siamo davanti a una grave e pesante contraddizione della politica ambientale proposta agli elettori sardi da Pigliaru e poi premiata dal risultato elettorale». (al.pi.)

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