San Raffaele, la Regione al rush finale
Oggi in giunta arriva la delibera. Sul tavolo c’è già la lettera del Governo che dà il via libera per i 262 posti letto
CAGLIARI. Le carte del San Raffaele sono tutte sul tavolo. Dal piano industriale del nuovo Bambin Gesù, a Olbia, alla lettera d’intenti con cui per tre anni, fino al 2017, il Governo libera la Sardegna dai vincoli imposti dal Patto per la salute: non manca più niente. Anzi, manca solo la delibera amministrativa con cui la Giunta dà il via libera «all’ingresso del San Raffaele nella rete ospedaliera e nel servizio sanitario regionale». Oggi potrebbe essere il gran giorno: Pigliaru e i suoi assessori dovrebbero deliberare, anche se il caso non è all’ordine del giorno della riunione, ma dovrebbe essere portato «fuorisacco» dall’assessore alla Sanità, Luigi Arru. In mattinata il fascicolo sarà poi trasmesso alla commissione Salute del Consiglio regionale, che è stata già convocata d’urgenza giovedì ed entro il 29 giugno esprimerà il parere sulla nuova convenzione o contratto fra la Regione e l’accoppiata Qatar Foundation-Bambin Gesù di Roma. Sulla carta, la commissione ha venti giorni di tempo, ma come annunciato dal presidente Raimondo Perra «i tempi saranno molto più veloci» per arrivare puntali alla scadenza di fine mese o al massimo del primo luglio per la firma finale. Ormai è certo invece che la delibera non passerà all’esame del Consiglio regionale e la scorciatoia della Commissione dovrebbe evitare altri intoppi.
Piano industriale. Confermati i posti letto complessivi del San Raffaele: saranno 262, 180 per i pazienti acuti. 82 destinati alla riabilitazione. Ma solo 232 (numero totale) saranno convenzionati, accreditati, con il servizio sanitario, costo presunto per la Regione intorno ai 50 -60 milioni. I restanti trenta saranno le «suite sanitarie» a pagamento.
I poli. Le indiscrezioni dicono che il San Raffaele sarà diviso in quattro sezioni: pediatria, cardiologia, urologia e neurologia. Poi sono previsti reparti trasversali e dovrebbero essere tre: cardiochirurgia, neurochirurgia, ortopedia e oculistica, con posti letto limitati. Un discorso a parte è ipotizzato per il polo della riabilitazione, soprattutto neurologica e sportiva, che di fatto sarà il «core business» del San Raffaele, con un centro di assoluto livello internazionale. Poi c’è il settore della ricerca, con la certezza che i centri saranno almeno due, uno si occuperà degli studi sulla talassemia, l’altro sul diabete, col coinvolgimento diretto delle università di Sassari e Cagliari e anche del Crs4. Sulla ricerca, Lucio Rispo della Qatar Foundation ha confermato che sarà investirà una «fetta consistente» del miliardo e 200 milioni spalmato in dieci anni. Secondo altre indiscrezioni, proprio la QF ha fatto trapelare l’intenzione di trasferire al San Raffaele «i migliori professionisti oggi impegnati nelle altre strutture di cui è proprietaria in Europa».
Lettera d’intenti. È stata firmata ieri mattina dal ministro alla Salute Beatrice Lorenzin e controfirmata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Nei prossimi giorni, la stessa lettera sarà ratificata dal Governo con due deroghe ufficiali. La prima riguarda i posti letto, con i 262 del San Raffaele che per tre anni saranno esclusi dai tagli imposti dal Patto della salute nazionale. La Sardegna, stando alla deroga, dovrà comunque ridurre «l’attuale dotazione della rete ospedaliera» di 700 unità, per arrivare al numero complessivo di 5300 posti letto. La seconda deroga permetterà – sempre fino al 2017 – alla Sardegna di essere esclusa dai vincoli sulla spesa ospedaliera privata imposti a suo tempo dal decreto Monti. In particolare, non dovrà rispettare la riduzione del 2 per cento nei prossimi anni e scendere sotto il tetto degli attuali 150 milioni. Ma nessuno sa ancora cosa accadrà dal 2018 in poi.