La Nuova Sardegna

Abusi nel residence, nuovi controlli

Abusi nel residence, nuovi controlli

Chiesta la convalida dopo il blitz nel complesso di Liscia di Vacca: 5 indagati

10 luglio 2014
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PORTO CERVO. La procura della Repubblica di Tempio ha già presentato la richiesta di convalida per il sequestro preventivo del residence "La Tiara del Cervo", seimila metri quadrati di lusso, cristalli e granito bloccati dai sigilli giudiziari di Domenico Fiordalisi. Ieri mattina gli uomini della polizia locale di Arzachena hanno depositato negli uffici della Procura una decina di faldoni relativi all'iter burocratico che, dai primi anni 2000, venne istruito nell'ufficio tecnico di Arzachena in relazione alla richiesta di concessione edilizia avanzata da una società immobiliare milanese che fa capo a una cordata di imprenditori locali e lombardi. Contemporaneamente, con in mano un'ordinanza di acquisizione e sequestro firmata dal capo della procura gallurese, la polizia giudiziaria chiedeva negli uffici per la tutela del paesaggio di Sassari e in Regione analoghi documenti relativi alla pratica della "Tiara del Cervo". Alberto Ragnedda, il sindaco di Arzachena, ha convocato per questa mattina il comandante della polizia locale e il capo dell'ufficio tecnico per essere messo al corrente della situazione. "Ignoro tutto, non essendo questa pratica passata al vaglio della mia amministrazione", ha affermato il primo cittadino. I consulenti incaricati dal capo della procura dovranno invece verificare la corrispondenza tra le volumetrie prospettate e quelle autorizzate e se sono stati rispettati i vincoli imposti dall'ufficio per la tutela del paesaggio e le restrizioni previste dall'ufficio tecnico comunale nel rilasciare quella licenza edilizia che ha portato a costruire il condominio più in vista di Porto Cervo. E mentre la "vita smeralda" degli eterni vacanzieri ha preso avvio con l'approdo alla marina di Porto Cervo del maestoso Lady Moura, gli investigatori stanno misurando, con apparati telemetrici e rilevazioni aeree, le distanze esistenti tra il primo degli appartamenti realizzati dalla società "Le Terre Sarde Srl" di Antonello Orecchioni (un geometra entrato in società con diversi imprenditori del lusso di Milano e dintorni, per stabilire l'esatta distanza di quell'insediamento turistico dal mare. Questo perché la legge urbanistica regionale prevede l'abbattimento del 50% delle volumetrie realizzate entro la fascia costiera dei due chilometri. Questa è una delle contestazioni che vengono mosse ai cinque indagati per abusi edilizi e false attestazioni in documenti pubblici, oltre al fatto d'aver realizzato un complesso immobiliare imponente sulla base di una autorizzazione amministrativa che risulterebbe scaduta diversi anni prima. Lo staff dei legali che assistono la società "Le Terre Sarde Srl" attendono il deposito degli atti nell'ufficio del gip di Tempio per presentare le loro controdeduzioni, una prassi che precede le diverse istanze che saranno sicuramente presentate al magistrato che, entro pochi giorni, dovrà decidere se convalidare o meno il sequestro ordinato dal capo della procura gallurese. Il complesso immobiliare, che racchiude 36 appartamenti e cinque suite (la più grande delle quali, 340 metri quadrati, ha anche un ampia terrazza con giardino pensile e vista panoramica sull'isola, a trecentosessanta gradi) era uno dei sogni irrealizzati di Karim Aga Khan, proprietario di quel lotto di terreno sin dalla nascita della Costa Smeralda e sul quale intendeva realizzare una serie di ville sospese tra gli spuntoni di granito. La bocciatura dei masterplan e le diverse vicissitudini che attraversò il regno sardo del principe degli Ismailiti (indebitato per mille miliardi di lire con le banche per gli scellerati investimenti turistico-alberghieri dei suoi cattivi consiglieri e amministratori delegati dell'epoca) fecero sì che quell'ambito lotto di terreno, come quello attiguo all'ex osservatorio regate (e le relative volumetrie già approvate) passassero di mano. (g.p.c.)

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