La Nuova Sardegna

iniziativa in consiglio

Il Pd a difesa del pane sardo: serve il bollino di qualità

CAGLIARI. Il pane di Sardegna, che sia carasau o civraxiu, non può rischiare di essere clonato dalle industrie agroalimentari, deve restare un prodotto artigianale, con il bollino (preteso dai...

09 agosto 2014
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CAGLIARI. Il pane di Sardegna, che sia carasau o civraxiu, non può rischiare di essere clonato dalle industrie agroalimentari, deve restare un prodotto artigianale, con il bollino (preteso dai consumatori) dell’alta qualità. È questo lo spartiacque che vorrebbe imporre la proposta di legge presentata dal Pd in Consiglio regionale. Daniela Forma, prima firmataria, lo dice subito: «Non possiamo più lasciare i panificatori sardi in balia dello strapotere dei gruppi industriali e della grande distribuzione. Come in Lombardia e Veneto, serve una legge che tuteli i prodotti tradizionali, eviti le imitazioni e difenda il fatturato delle nostre aziende, oggi intorno ai 900 milioni». Con oltre 400 specialità, finora il pane di Sardegna ha resistito alla crisi: vende bene nell’isola ed è esportato, ma i «caimani» delle imitazioni sono sempre in agguato. «Le mille e cinquanta aziende sarde, danno lavoro a quasi cinquemila dipendenti, chiedono da tempo non solo un disciplinare che rispetti la tradizione, ma anche regole per mettere alla porta improvvisatori, servirebbero invece corsi di formazione, e abusivi», ha detto Giampiero Secci, presidente regionale dei panificatori. In ogni legislatura i partiti hanno presentato proposte di legge per la tutela e il rilancio della filiera del pane, ma poi sono state dimenticate. Stavolta a provarci è il Pd, che oltre a garantire il consumatore, «è un dovere farlo», ha altre due priorità: regolare e disciplinare la produzione e anche il momento molto delicato della vendita al dettaglio, con differenze nette e chiare, nell’etichetta, fra pane fresco conservato e precotto. Con pesanti sanzioni amministrative per i trasgressori: da mille a 4mila euro. Le punizioni vanno bene, l’importante poi che per panificare siano utilizzate materie prime sarde: è sempre così? No. Ma la legge ha un obiettivo: «Far crescere e consolidare la filiera del pane e degli altri prodotti agroalimentari come è accaduto in altre regioni, con risultati eccellenti e un aumento del prodotto interno lordo anche del 200 per cento», è stato il commento di Piero Comandini, che ha firmato lui la proposta di legge. È proprio sulla specificità delle materie e dell’alta qualità del prodotto che la Sardegna deve giocare le sue carte: «Alcune ricerche – ha detto Mario Tendas del Pd – confermano ad esempio che il grano duro sardo è tollerato anche da celiaci per le basse quantità di glutine».

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