Punto da una vespa, muore ex operaio
Il pensionato di 67 anni era in campagna con il fratello. Gli è stato fatale lo choc anafilattico causato dall’insetto
TEMPIO. Un pensionato di Tempio, Paolo Dettori, 67 anni, ex operaio della forestale, è stato ucciso ieri mattina, da una puntura di vespa, mentre assieme al fratello era intento a lavorare nel suo orto a qualche chilometro dalla città. A niente è valso il pronto intervento del 118: dopo aver constatato il decesso per choc anafilattico gli operatori hanno trasportato la salma nella camera mortuaria dell’ospedale.
Il fatto è accaduto in località Parapinta, a qualche chilometro della città, dove abita una figlia dell’uomo. Sposato e padre di tre figli (due femmine e un maschio) l’uomo era allergico alle vespe e già in passato aveva dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Ieri mattina era andato in campagna con il fratello Adriano con cui si dilettava a curare un orto ed una vigna. «Siamo andati presto in campagna -racconta in lacrime il fratello - ed eravamo intenti a curare l’orto. A un tratto, dopo qualche ora mio fratello è stato punto, poco sotto l’ascella sinistra da una vespa, una forse due punture. Ha urlato ed è corso subito in casa alla ricerca di lenire il dolore, forse per dare l’allarme, ma lo choc anafilattico è stato fulminante. Quando è arrivato il 118 non c’era più nulla da fare, Paolo aveva cessato di vivere». Adriano Dettori si ferma nel suo racconto sopraffatto dal dolore. Attorno alla lui e agli altri familiari tantissima gente accorsa nella camera ardente dell’ospedale Dettori per stringersi accanto ai parenti, tutti addolorati, increduli ed esterrefatti. Paolo Dettori, operaio della forestale, in pensione da circa quattro anni, a Tempio era molto conosciuto e stimato. «Sapeva di essere gravemente allergico – continua a raccontare il fratello – aveva una paura folle delle vespe. Mi chiedo però se, sapendo di questa sua allergia, sarebbe stato possibile salvarlo se fosse stato dotato di un anti allergico alle punture di vespe. Mi dicono che in qualche Paese esista, per i casi più gravi, anche un vaccino. So solo che mio fratello è stato ucciso da una vespa e che forse occorrerebbe da parte della sanità pubblica un’educazione che non esiste». Oggi alle 16 nella chiesa di San Giuseppe l’ultimo saluto.