La Nuova Sardegna

San Raffaele, vendita dell’edificio: il Cda della Sardaleasing dà l’ok

di Vincenzo Garofalo
San Raffaele, vendita dell’edificio: il Cda della Sardaleasing dà l’ok

I dirigenti della società finanziaria: non abbiamo mai ostacolato l’operazione della Qatar foundation Le difficoltà sono legate al mancato accordo con i commissari liquidatori del tribunale di Milano

25 settembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Non chiamateli speculatori. Nella vicenda del super-ospedale San Raffaele di Olbia, i dirigenti della Sardaleasing (società finanziaria del Banco di Sardegna, capo-pool della cordata di banche che hanno in pugno il debito milionario acceso a suo tempo dalla fondazione Monte Tabor di don Luigi Verzè per costruire la struttura) non ci stanno a essere indicati dalla politica come i responsabili dei ritardi nella conclusione della trattativa con i magnati arabi.

«Non abbiamo mai avuto l’intenzione né di speculare, né di mettere ostacoli nelle operazioni con la Qatar foundation per l’acquisizione del San Raffaele», precisa il presidente di Sardaleasing, Franco Rabitti. «Noi siamo gli unici attori di questa vicenda che hanno dato un’accelerata alle pratiche. I primi di agosto il nostro consiglio di amministrazione ha approvato la delibera per la cessione dell’immobile che ospiterà l’ospedale, pur in mancanza dell’accordo con la procedura concorsuale aperta presso il Tribunale di Milano. E tutto questo proprio per non compromettere il buon esito dell’iniziativa avviata dal Qatar, e che porterà benefici a tutto il territorio», continua Rabitti, affiancato dall’amministratore delegato della Sardaleasing, Stefano Esposito, che annuisce silenzioso.

In soldoni, l’offerta della Qatar foundation endowment per acquistare il complesso del San Raffaele, è molto più bassa dei 53 milioni di euro che una perizia del tribunale di Milano, tre anni fa, attribuiva come valore all’edificio. Valore che allo stesso tempo è inferiore al credito che le banche vantano nei confronti della Monte Tabor.

La differenza, per intero o quasi, dovrebbe essere colmata dai commissari liquidatori del tribunale di Milano, attraverso un accordo con la Sardalesing. «Noi siamo disponibili a chiudere una transazione, anche rinunciando a una fetta del credito, ma finora la proposta avanzata dai liquidatori è troppo lontana dalle nostre esigenze», spiega ancora il presidente di Sardaleasing. «Tuttavia, siccome ci rendiamo conto dell’importanza che l’investimento del Qatar rappresenta per il territorio, sia in termini di servizi, sia in termini di ricaduta occupazionale, abbiamo deciso di superare tale ostacolo accettando di cedere comunque l’immobile, e riservandoci di definire successivamente l’accordo con la procedura concorsuale».

Al puzzle manca però un altro tassello, senza i quale rischia di crollare tutto l’affaire San Raffaele: «La Qatar foundation ha posto come condizione necessaria per l’acquisizione dell’edificio, il possesso dei terreni circostanti. E quei terreni non sono di proprietà di Sardalesing e del pool di banche, ma sono in mano ai commissari», spiega ancora Rabitti. «Non vogliamo entrare in polemica con nessuno e tantomeno puntare il dito contro i commissari, anche perché capiamo benissimo che loro devono seguire un iter procedurale ben preciso. Ma allo stesso tempo vogliamo che sia chiaro a tutti che Sardalesing non è responsabile né di ritardi né di eventuali fallimenti della trattativa con il Qatar. Noi abbiamo fatto quello che potevamo e dovevamo fare. I terreni che circondano l’ospedale non sono di nostra proprietà e non siamo noi che dobbiamo o possiamo cederli agli offerenti. Noi non possiamo entrare in quella trattativa».

Maltempo
Politica

Autonomia differenziata, Alessandra Todde: «Le regioni del Nord saccheggiano lo Stato»

Le nostre iniziative