La Nuova Sardegna

Schiaffo alla Regione, su trivelle e mattoni dal 2015 deciderà lo Stato

Schiaffo alla Regione, su trivelle e mattoni dal 2015 deciderà lo Stato

Con il decreto Sblocca Italia la Valutazione di impatto ambientale la potrà fare solo il ministero. L’assessore Spano: «Espropriano le nostre competenze»

25 settembre 2014
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CAGLIARI. Altro che sospetto, è una certezza: con il decreto Sblocca Italia, non sarà più la Regione ma lo Stato a valutare se sono possibili le ricerche di idrocarburi anche in Sardegna.

Ad esempio potrebbe essere Roma a recuperare il progetto Eleonora della Saras, ad Arborea, bocciato pochi giorni fa dal Servizio regionale che valuta l’impatto ambientale, il Savi.

Ora a recuperare dal cestino l’operazione trivelle potrebbe essere il ministero dell’Ambiente, con questa motivazione «Eleonora è un progetto strategico di pubblica utilità, urgente e indifferibile».

A protestare contro questa ipotesi, sarebbe una beffa, è stato al tavolo della commissione ambiente ed energia della Conferenza Stato-Regioni, l’assessore Donatella Spano.

La sintesi della sua protesta è questa: «Sarebbe un esproprio inaccettabile delle competenze della Regione». La Giunta, nella riunione, ha deciso di puntare i piedi: «Assumeremo tutte le iniziative – è la dichiarazione dell’assessore – per salvaguardare gli interessi della nostra terra nella tutela dell’ambiente per uno sviluppo sempre compatibile».

La levata di scudi della Sardegna non è rimasta inascoltata, soprattutto perché altre regioni hanno intuito lo stesso pericolo: un nuovo centralismo dello Stato anche nell’ambiente. Davanti al rischio, le contestazioni della Sardegna hanno trovato diversi sostenitori e l’argomento spinoso – si legge nella nota della Regione – «è stato rinviato ad altra data nell’attesa che le osservazioni siano raccolte in un documento da presentare alla prossima Conferenza Stato-Regioni del 16 ottobre».

Per essere ancora più chiari, tutti i procedimenti di valutazione ambientale in carico al Savi dovrebbero concludersi entro il 31 dicembre. Dopo quella data, i fascicoli finiranno sotto il controllo del ministero dell’Ambiente, che insieme a quello per lo Sviluppo economico potrà concedere le autorizzazioni. Così è scritto nel decreto Sblocca Italia che non lascia dubbi: la ricerca di idrocarburi avrà il rango dell’interesse nazionale primario e strategico. Per questo il progetto Eleonora – che per la Regione era ormai un caso chiuso dopo la decisione del Savi – potrebbe essere riesumato ancora prima che la Saras decida di ricorrere o meno al Tar contro la bocciatura.

Probabilmente per capire come andrà a finire la nuova sfida fra lo Stato e La Regione, bisognerà aspettare l’esito della riunione del 16 ottobre. Al tavolo romano, l’assessore all’Ambiente Spano ha contestato altri due punti. Il primo è sulla mancata partecipazione di Regioni a Statuto speciale nel gruppo di lavoro misto per la revisione delle norme in materia di autorizzazione paesaggistica. Dal 2012 a far parte della Commissione sono Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Una composizione che le altre Regioni vorrebbero confermare ma non la Sardegna che, in questo caso, ha trovato l’alleanza della Puglia.

È un problema di composizione anche l’ultimo caso sollevato dalla Sardegna al tavolo per l’ambiente. Riguarda i rappresentanti nell’autorità di bacino delle regioni Sardegna e Sicilia: ci sono alcuni aspetti da chiarire e oggi l’assessore Spano presenterà un ordine del giorno per sostenere le sue ragioni. Ma il problema dei problemi resta quello delle trivelle – anche se quelle della Saras dal Savi sono state bloccate per contrasti urbanistici e non ambientali – con lo Sblocca Italia che potrebbe essere diventare una maledizione dopo essere stato salutato (leggi San Raffele di Olbia) come una benedizione. (ua)

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