La Nuova Sardegna

Caso Quirra, si apre oggi il processo contro i generali

di Valeria Gianoglio
Caso Quirra, si apre oggi il processo contro i generali

Lanusei, a giudizio gli ex comandanti della base. Annunciato un sit in della rete “Pesa Sardigna” davanti al tribunale

29 ottobre 2014
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LANUSEI. Studenti dell’università di Cagliari, indipendentisti, componenti della rete “Pesa Sardigna”, ma anche gruppi organizzati o spontanei che sin dai primi tempi delle indagini e delle morti sospette, erano scesi in campo contro le attività dei poligoni militari, e contro quelle della base di Perdasdefogu, in particolare: ci sarà un ricchissimo campionario di movimenti e associazioni questa mattina davanti al tribunale di Lanusei per la prima udienza davanti al giudice monocratico Nicola Caschili per la vicenda Quirra.

Otto generali ed ex comandanti del poligono interforze, oggi, si siedono sul banco degli imputati perché accusati di “omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri”. Articolo 437 del codice penale. Le accuse iniziali nei loro confronti, in realtà, erano molto più pesanti ma in oltre tre anni tra indagini, udienza preliminare e perizia, si sono progressivamente sgonfiate, oppure sono state archiviate dalla stessa Procura. È stata archiviata, infatti, l’accusa di “omicidio colposo plurimo”. Questa mattina, dunque, alle 9.30, nell’aula del giudice monocratico comincerà il processo nei confronti dei generali Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi, Paolo Ricci, Gianfranco Fois e Fulvio Ragazzon.

Degli undici capi di imputazione che erano stati loro contestati dalla Procura, ne è rimasto in piedi solo uno, dunque: quello legato alle omissioni di cautele. In sostanza, secondo l’accusa sostenuta sin dall’inizio e con grande energia dal procuratore Domenico Fiordalisi, gli otto ex comandanti del poligono di Quirra non avrebbero sistemato le recinzioni nelle aree delle esercitazioni militari, non avrebbero interdetto l’area alla popolazione locale, non avrebbero impedito, anche attraverso cartelli e segnalazioni adeguate, la presenza dei pastori e del bestiame nelle aree dove si svolgevano i test militari. Sarà un processo storico in ogni caso, questo della vicenda Quirra. Perché mai, prima d’ora, otto alti ufficiali di una base militare italiana erano finiti a giudizio.

Ma oltre al processo e alle questioni tecniche – stamattina in aula ci dovrebbero essere solo le richieste istruttorie e qualche nuova costituzione di parte civile – la giornata di oggi sarà segnata soprattutto dalle foltissime presenze, almeno sulla carta, di antimilitaristi, indipendentisti, associazioni. Tutti contro il poligono di Perdasdefogu, insomma, e le sue attività considerate pericolose e infestanti da una vastissima fetta dell’opinione pubblica sarda.

Tra tanti, ci sarà anche la piccola galassia di gruppi che aderiscono alla rete “Pesa Sardigna”, che nei giorni scorsi, attraverso internet, i mass media e i social network, ha diffuso un appello.

«La rete Pesa Sardigna – si legge – invita le associazioni, i comitati, i cittadini sardi e quanti fossero a favore della chiusura, della bonifica e della riconversione dei poligoni militari presenti in Sardegna a partecipare al sit in programma alle ore 9, il 29 ottobre davanti al tribunale di Lanusei in concomitanza con l’apertura del processo agli otto imputati, di cui sette generali dell’esercito italiano, accusati di “omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri”».

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