La Nuova Sardegna

Regione, pronti 10 progetti per la riqualificazione

di Umberto Aime
Regione, pronti 10 progetti per la riqualificazione

Dovranno essere presentati entro il 4 dicembre per essere finanziati Il meccanismo spiegato dal sottosegretario Erasmo D’Angelis: presto le risorse

19 novembre 2014
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CAGLIARI. Lo Stato, o meglio ancora il governo Renzi, si sa è molto permaloso. Ogni volta accetta poco e nulla le critiche, ancora meno vuole essere messo sotto accusa. Così dopo che a Roma sono rimbalzate le critiche, a valanga, sull’evidente disinteresse ministeriale verso i Comuni della Sardegna spazzati via un anno fa dal ciclone Cleopatra, è stato un sottosegretario a far sapere invece il contrario. In fretta e furia, ha detto che «non è vero, perché il Governo ha l’isola e i sardi nel cuore». A ricevere l’incarico del pompiere tuttofare è stato Erasmo D’Angelis, responsabile dell’Unità di crisi Italiassicura, voluta da Renzi per far fronte alle continue emergenze idrogeologiche sulla terra ferma e nelle isole. In un’intervista al Tg3 Sardegna, D’Angelis non solo ha parlato con il cuore in mano ma anche col portafogli. «Nei prossimi cinque anni – sono state le sue parole – il Governo stanzierà sei miliardi del Fondo europeo “sviluppo e coesione” per azzerare il dissesto ambientale. Cinquecento milioni saranno per la Sardegna come ci sono stati chiesti dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, con il quale sono in stretto contatto». Se è una nuova promessa, di sicuro pare molto più generosa rispetto a quella annunciata nel 2013 dall’allora premier Enrico Letta: 200 milioni. Solo che quei soldi – non arrivati, a parte 20 milioni – dovevano servire per la ricostruzione, quelli di D’Angelis avranno come destinazione obbligata la messa in sicurezza del territorio, Sicurezza su cui il sottosegretario ha dichiarato di non ammettere più deroghe e lentezze: «Basta con le perdite di tempo – la sottolineatura – che sono state pesanti anche in Sardegna: dal 2009, nell’isola, non è stato speso ben il 63 per cento delle risorse inviate in base agli accordi di programma nazionali». Di sicuro sull’argomento, molto spinoso, il sottosegretario ha ragione. Burocrazia e pasticci vari sono da sempre i primi complici delle sciagure, insieme ad altri mandanti: gli abusi edilizi e il pessimo o pressoché nullo senso civico nel rispetto dell’ambiente. Comunque, Erasmo D’Angelis vuole completare in fretta la missione affidatagli da Matteo Renzi. Una settimana fa, a Roma, ha convocato i primi Stati generali per far fronte allo storico dissesto idrogeologico italiano. In quell’occasione ha preteso dalle Regioni che «entro il 4 dicembre trasmettano a un’innovativa banca dati nazionale tutti i progetti contro alluvioni, frane e altre possibili calamità naturali». Alla scadenza, la Sardegna dovrebbe essere presentarsi con una decina di progetti: da uno studio sull’urbanistica di Olbia, è fra i Comuni a maggior rischio come confermato purtroppo dal ciclone Cleopatra, a quello sugli argini del Temo che attraversano Bosa. Altri progetti dovrebbero riguardare ponti e ponticelli, anche questi un punto debole e infatti molti sono crollati un anno fa. Poi la Regione dovrà scegliere fra i cento cantieri che compaiono, catalogati con diversi colori, sulla mappa pubblicata sul sito ufficiale dell’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Uno sguardo alla mappa (l’indirizzo internet è www.rendis.isprambiente.it) aiuta a capire quanto la Sardegna sia a rischio e che i lavori da fare siano ancora molti per metterla in sicurezza. Dunque, ben vengano i 500 milioni annunciati dal sottosegretario D’Angelis. L’importante è che arrivino davvero e non ci siano altre beffe. Nel frattempo lo stesso D’Angelis ha convocato domani a Roma le Regioni e una decina di aree metropolitane, c’è anche a Cagliari, per studiare una strategia veloce ed efficace: vuole sconfiggere il dissesto ambientale. «La vicenda di Olbia – ha detto in conclusione al Tg3 – dimostra che bisogna dire basta alle lungaggini e con lo Sblocca Italia (contestato però dagli ambientalisti) i cantieri non si potranno più fermare e saranno no stop». Se di lotta senza tregua alla lentezza parla il rappresentante del Governo che dal 18 novembre del 2013 a oggi ha passato alla Sardegna solo le briciole di quanto promesso, c’è da credergli ma con il beneficio del dubbio.

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