Nizzi: subito gli interventi per i comuni alluvionati
OLBIA. La polemica sui fondi mai arrivati per l’alluvione del novembre 2013 arriva in parlamento. A presentare una interrogazione è il deputato di Forza Italia Settimo Nizzi. Nel documento rivolto al...
OLBIA. La polemica sui fondi mai arrivati per l’alluvione del novembre 2013 arriva in parlamento. A presentare una interrogazione è il deputato di Forza Italia Settimo Nizzi. Nel documento rivolto al premier Matteo Renzi e ai ministri alle Infrastrutture e alle Finanze mette nero su bianco in modo preciso la contabilità in rosso di un governo assente. «Il bilancio del ciclone Cleopatra – scrive Nizzi – fu di 18 morti e 2700 persone sfollate, soprattutto nelle città di Olbia, Uras e Bitti, le zone più colpite dal disastro. Per la sola città di Olbia furono stimati danni sia alle cose pubbliche, che ai privati per 500 milioni di euro. Un dato su tutti, 2500 auto distrutte, 3mila case danneggiate e molte rese inabitabili. Oggi molte famiglie vivono ancora in condizioni di emergenza». Nizzi ripercorre le promesse del premier Enrico Letta, che aveva assicurato interventi immediati. «Non solo per il primo soccorso – contiuna Nizzi –, ma anche per la ricostruzione del territorio. Furono stanziati 20 milioni. Promessi altri 200 e la deroga al patto di stabilità per la Regione e per i Comuni più colpiti dall'alluvione. Ma a distanza di un anno, nella sola Olbia ci sono ancora molte strade chiuse, ponti inagibili e argini che rappresentano ancora un grande pericolo per la incolumità della popolazione e, non a caso, dei 650 milioni di euro calcolati per la ricostruzione di tutto il territorio regionale, circa 120 milioni sono necessari solo per rimettere in sicurezza la Olbia». Un quadro disastroso a un anno di distanza. La Sardegna rimane ancora in piena emergenza. I fondi sono arrivati con il contagocce. Insufficienti per affrontare l’emergenza. «L’80 per cento dei comuni dell’isola sono a rischio idrogeologico elevato e circa 280 chilometri quadrati del territorio sono a rischio di inondazione – continua Nizzi –. Si possono contare 1523 frane censite che ricoprono una superficie complessiva di circa 1471 chilometri quadrati, i ponti che in caso di eventi meteorologici intensi potrebbero essere causa di inondazioni sono 337, mentre 15 ponti ferroviari, 128 edifici costruiti in aree di pertinenza fluviale, 44 strutture fognarie, 31 opere di difesa del suolo, non sono più efficienti». Il quadro è devastante per questo il deputato chiede l’immediato intervento del governo. «Si devono mettere subito in sicurezza le zone più a rischio. In caso di forti piogge si rischia di mettere in pericolo l'incolumità dei cittadini. Fino a oggi non stati fatti interventi. Per questo il governo deve subito sbloccare i fondi. Consentire ai Comuni di sforare il patto di stabilità. E si deve dare priorità ai centri che sono stati colpiti più duramente dall’alluvione. Per prima cosa si devono mettere in sicurezza le zone più a rischio».