La Nuova Sardegna

Domani in udienza dal “Pontefice con la valigia”

Domani in udienza dal “Pontefice con la valigia”

Domani mattina “i sardi di su disterru”, gli emigrati dei 70 circoli sardi aderenti alla Fasi, la Federazione associazioni sarde Italia, incontreranno Papa Francesco nell’udienza del mercoledì nella...

09 dicembre 2014
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Domani mattina “i sardi di su disterru”, gli emigrati dei 70 circoli sardi aderenti alla Fasi, la Federazione associazioni sarde Italia, incontreranno Papa Francesco nell’udienza del mercoledì nella sala Paolo VI. Giungeranno a Roma anche dalla lontana Australia e dall’Argentina, terra di Bergoglio, per portare il saluto al “fratello con la valigia in mano”, confortati dalla consapevolezza che il Papa, per esperienza sua e dei suoi familiari, conosce la situazione di chi si trova in terra straniera tra parlanti un’altra lingua per loro “non materna”.

Da Biella, i sardi di Su Nuraghe, guidati dal presidente Battista Saiu, hanno fatto pervenire nei giorni scorsi, alla Santa Sede, i testi della preghiera dei Vespri della Madonna e della Missa in lingua sarda che era stata autorizzata, ad experimentum, dall’arcivescovo di Oristano, monsignor Ignazio Sanna.

Due esempi - al centro del convegno organizzato da Su Nuraghe a Oristano nello scorso novembre - del lavoro che si sta facendo in Sardegna per favorire una partecipazione più incarnata e inculturata alla preghiera della Chiesa universale.

Messaggio che arriva da Biella e dai circoli di emigrati sardi del Piemonte, regione che certo evoca per lo stesso Pontefice l’importanza delle radici della propria fede.

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